Discussione: La valanga
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Vecchio 15-02-2011, 20.23.59   #1
diamantea
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Predefinito La valanga

Quando il cane si è sentito male era di venerdì, aveva freddo e voleva stare sotto la sua coperta. Subito pensai che fosse raffreddore, le colava pure il naso e mio figlio mi aveva detto che nella notte si trovava fuori in balcone sotto la pioggia e tremava di freddo.
Fin qui potrebbe essere una scusa ragionevole per non precipitarmi subito dal veterinario.
Ma sotto sotto la verità è un'altra, questa scusa è stata buona per non portarla dal veterinario e spiego il perchè. La cagnolina ha un'indole di capobranco, è un pò aggressiva e non sopporta gli estranei, non sopporta nemmeno di essere manipolata da me ad esempio per vedere se ha pulci, crosticine o altro, non la posso nemmeno osservare attentamente che mi si rivolta ringhiando. Quando aveva circa 4 mesi il gatto di Tina le graffiò l'orecchio beccandole un'arteria per cui è stato necessario l'immediato intervento del veterinario. Egli che la conosceva nel carattere e mi diceva che i cani si domano con le legnate si premunì prima di farle l'anestesia dandole un forte ceffone nel viso per sottometterla. Io rimasi scioccata, era piccola e indifesa ed era ferita e non lo stava aggredendo, ed io gli avevo raccomandato di non picchiarla. Mi arrabbiai molto con lui, ci rimasi molto male, egli non mi diede nemmeno retta dicendo che questo è l'unico metodo per poterla sempre visitare senza farsi mordere. Io di lui mi fido come medico, mi ha curato tanti animali, li rispetta, è generoso e disponibile ma ha questo metodo che mi ha creato un blocco, pensavo non sia mai che questa cagnolina abbia bisogno di cure non si farà fare mai nulla senza la museruola e tre persone a bloccarla di forza, quel giorno non l'avevo dietro ma lui poteva immobilizzarla con la garza come poi ha fatto di recente.
Quando il cane stette male io avevo il tormento che non volevo fargliela visitare per paura della sua reazione, paura che me l'avrebbe picchiata ancora. Per cui ho cercato di fare la diagnosi da sola, ho dato informazioni sbagliate al veterinario per farmi confermare che si trattasse di raffreddore e magari avere una cura per telefono, volevo proteggere il cane e invece lo stavo condannando a morte.
Ma il veterinario che è un serio professionista con molti anni di esperienza mi disse meglio portamela oppure passamela al telefono che le chiedo cosa si sente! Messaggio chiaro l'indomani che aveva studio la porto ma sfortuna lui deve andare via e il resto lo sapete. La notte del sabato non riesco a dormire, una valanga emotiva si abbatte su di me, mi viene fuori questa motivazione ma poi anche altro.
La domenica mattina quando la porto da lui la prima cosa che gli dico è che non deve picchiarmi il cane per nessun motivo, le metteremo il legaccio di garza in bocca per non traumatizzarla ulteriormente, lui credo me lo abbia letto negli occhi che non scherzavo sulla faccenda.

L'altro che mi ha assalito quella notte sono ricordi di bambina, di quando ero malata e mi prendevano con la forza per farmi le terapie, io mi dimenavo ero forte di fisico e di carattere, già ero manipolata con i baci il resto non lo potevo tollerare. Questo essere presa sempre di forza e subire ciò che non volevo. Poi la bambina nel cortile, mi ha segnata negativamente vedere la madre che la legava al seggiolino e ogni volta che passava davanti a lei le dava uno schiaffo. Mi ero accorta che quando io la guardavo lei la picchiava di meno, così la guardavo ogni volta che potevo di nascosto alla mamma, mi sembrava di proteggere la bambina così, di aiutarla a prendere meno botte. E tutte le botte a scuola...
Credo che la mia mente di bambina sensibile quale sono sempre stata sia stata molto turbata. Crescendo imparai a nascondermi quando stavo male il più a lungo che potevo, non volevo essere visitata e poi il resto che seguiva. Questo mi ha portato danno nel senso che tendo a trascurare i sintomi, vado dal medico quando ormai sono con il piede nella fossa e non prendo facilmente terapie, e prima che il medico si avvicini deve ottenere il mio consenso che non è facile.

Tutti motivi trasferiti sul mio cane che la stavano portando lentamente alla morte. Poi c'è il barlume della ragione per fortuna, c'è un istinto forte in me, una capacità diagnostica da tanti anni di osservazione delle persone malate che mi ha fatto scattare l'allarme e uscire da quel blocco in cui mi ero incaponita. Per non far fare male al mio cane lo stavo facendo morire.
Ma non è finita ancora. Mia madre tanto dispiaciuta e distrutta dal dolore mi mastica il sospetto del veleno che ha fatto mettere all'operaio in un luogo accessibile al cane.
Anche qui c'è una verità dolorosa. Quel veleno l'avevo comprato io tempo prima su continua e ripetuta richiesta di mia madre perchè nel pollaio c'erano grossi topi che avevano ucciso due pollastrelle. Io ero contraria anche per le galline a usare il veleno per i topi da mettere nelle profonde tane, ma lei ha insistito con un tono ipnotico di sicurezza. Ormai dopo aver desiderato seriamente di ucciderla un giorno in giardino avendo sentito la mano sulla mia testa di non farlo ho deciso di dire si, di accontentarla il più possibile, così comprai il veleno lo misi in un posto sicuro per gli animali e la pregai però di non usarlo, tanto lo avrei dovuto mettere io nelle tane ed io rimandavo sempre.
Ma lei a mia insaputa lo diede all'operaio perchè i topi disturbavano anche loro. Mi accennava solo che l'inquilino era infastidito dai topi, che forse era meglio mettere il veleno, ma io mi allarmavo e non volevo.
Poi due giorni prima che succedesse il fatto eravamo in giardino e il cane entrò in quel cortile a curiosare, lei mi disse che dovevo mettere la rete perchè l'inquilino si disturbava che il cane passava, ma poi mi disse che forse aveva messo il veleno ma forse tanto tempo fa... insomma io allarmata le dissi che quel sabato avrei comprato la rete e sistemato la cosa ma lei ancora una volta si oppose perchè voleva recuperare un pezzo di rete difficile da togliere da un posto, è tutto suo e comanda lei di ogni cosa!... insomma lei sapeva, aveva autorizzato l'operaio a usare il suo veleno io credo per non mettere a repentaglio le sue galline, a metterlo fuori, quando si accorse del cane le venne uno scrupolo ma non è stata chiara con me perchè conosce le reazioni dell'orco, poi davanti a certe cose divento feroce.
Il danno ormai era fatto.
Ma io non ho avuto pietà con lei nel raccontarle come stava agendo il veleno nel corpo del mio cane con dovizia di particolari fino a farle venire l'infarto peccato che... non lo voglio dire.

Ecco questa è una grossa parte della valanga che mi ha rasa al suolo, ma c'è altro, prima mi riprendo però.
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