Discussione: La valanga
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Vecchio 13-05-2011, 14.59.53   #15
diamantea
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Riprendo questa discussione in conseguenza del sogno in cui mi dico che il male sta nella madre. Qui ho riletto tutto e mi sembra abbi asviscerato un bel pò di cose su mia madre eppure se suby si scomoda ancora con lei evidentemente non ho ancora centrato il punto essenziale.
Attraverso i sogni ho aggiunto che i coltelli derivano da lei, ma anche il controllo molto forte, controllo che lei adottava soprattutto per smorzare situazioni in cui doveva fare la madre.
Lei non aveva questa vocazione anche perchè non hai mai voluto mio padre, questa famiglia la opprimeva ed era fatto epr altro, per lavorare, lavoro a cui si è dedicata anima e corpo totalmente potendo usufruire di madre e suocera che si occupavano dei suoi figli, di un marito che si occupava dell'aspetto burocratico e pratico delle attività commerciali e della famiglia, dei cantieri sempre aperti.
Crescendo un pò le figlie sostituivano le nonne nel loro compito di guida nipoti/famiglia. Tutto il resto andava soppresso attraverso il controllo. Il potere economico è quello che le ha dato forza molta voce in capitolo. Potere economico che ancora controlla malgrado l'età.

Tutte cose viste e riviste migliaia di volte eppure sono sempre qui a dovercene fare i conti.
Vorrei provare a guardare da altre angolazioni, ovvero come questa donna mia abbia condizionato ancora oggi in atteggiamenti fuori della mia coscienza e controllo.
Lei è quella delle parole, tante parole che lasciano solchi, malintesi, equivoci, illusioni, speranze... parole che vanno tutte accuratamente verificate visto che saltando da una partita all'altra cambiano, ogni tanto bisogna riunire tutte queste palle e metterle a confronto, capire con quale palla è iniziato il gioco e come via via si sono trasformate durante la varie partite.
E' il discorso che Uno fa in altra sezione ma ancora non ne capisco il nesso eppure mi sembra che dovrei trovarci il bandolo della matassa.
Non si può venire a capo di una verità perchè i dati vengono modificati nel tempo per svariati motivi per cui ora deve esistere solo la mia verità, chi sono io e chi non sono io. Se mi è possibile vorrei scremare senza per forza capire lei, ma solo prendere distanza da lei per trovare me. Separare le nostre figure per trovare le nostre essenze, mi sembra un pò come nella parabola della zizzania, togliendo per prima la zizzania, cioè l'elemento estraneo alla semina nel campo di grano, dovrei trovare la mia essenza, il mio grano.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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