Discussione: L'autostoppista
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 01-11-2010, 22.52.59   #226
diamantea
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di diamantea
 
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,266
Predefinito

Ho lavorato tanto in questi due giorni di sartoria, con il manichino intendo.

Dunque, finalmente l'incontro a corte con il mio oggetto.
Un incontro iniziato all'insegna della calma ma anche del freddo distacco da parte mia.
Dentro di me l'indifferenza. Tipico come l'aggressività.
Poi perpetrando fino in fondo questo stato d'animo ho sentito l'energia cambiare, di nuovo la funzione sentimento in azione.
Ma poi ecco che cambia di nuovo. L'oggetto aveva il suo rospo bloccato, mi propone il solito gioco, la solita trappola provocatoria, stavolta l'orco non lo fermo più.
Non è stato devastante come le altre volte ma solo risolutivo nel non continuare un rapporto che non mi convinceva più.

Ma ecco che l'energia repressa si condensa tutta nella zona sopra l'occhio destro, come la nevralgia del trigemino ma che era tutto blocco di energia, sfociato in un dolore lancinante che a momenti volevo andare in ospedale.
Cominciai ad emettere una serie di urli lunghissimi non di gola ma di diaframma a pieno respiro, molto bassi fino quasi a sentire la tensione uscire dal mio corpo e la fitta poi allentarsi fino a sparire quasi del tutto.
Ecco di nuovo rifluire l'energia del cuore.
Ma ho dovuto aspettare fino a stamattina per il chiarimento profondo in cui l'oggetto andava e veniva dal mio cuore alla porta.

Ho potuto vedere con chiarezza l'altalena dei miei sentimenti nei confronti dell'oggetto. Aggressività e indifferenza erano due modalità diverse per affrontare lo stesso tema: la distanza dall'oggetto.
Con chiarezza ho potuto vedere come io ho bisogno di prendere un pò distanza prima di avvicinarmi, e quando mi sono avvicinata riallontanarmi.
E' una specie di messa a distanza focale per prendere io respiro e lasciare affluire le funzioni.
Come un zoom che focalizza nelle diverse distanze.
L'oggetto è sempre in movimento dentro di me, si avvicina e si allontana, non rimane mai fermo nella stessa posizione o nella stessa funzione.
L'eccessiva vicinanza mi paralizza la funzione percettiva, come l'eccessiva distanza mi paralizza la funzione sentimento.
Soprattutto se l'oggetto è in movimento verso di me.

Quello che ho avvertito è capire prima cosa significa l'oggetto per me, se può soddisfare l'idea che mi sono fatta nei confronti della circostanza, e se questa è diversa come posso accettarla o adattarla mia esigenza ideale.

Vorrei elaborarlo meglio con voi, sto prendendo coscienza del meccanismo come vedere un film.
Una cosa buona è che sto gestendo meglio l'aggressività.
__________________
"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
diamantea non è connesso