Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 13-11-2010, 17.49.22   #233
diamantea
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Diam, ma controlla chi?

L'altro non deve (e non può) essere controllato. Noi stessi, invece, l'autocontrollo, ci deve stare, anche se è difficile averlo sempre.
Il punto è cos'è il reale controllo (di noi). Ci sono vecchi tread... comunque il vero controllo è una collaborazione con gerarchia, la rimozione o la repressione non è controllo.
Il punto è chi controlla me. Mi spiego in parole povere. La mia paura è che se io mollo il controllo chi lo fa al posto mio? Cioè chi mi protegge mentre io sono vulnerabile?
Per me inconsciamente mollare vuol dire essere indifesi. La mia bambina, la mia fiammiferaia chi la protegge?
E' un veto, una paura inconscia, non posso mollare troppo, ho paura di perdermi, di affondare, di non tornare più.
E' l'immagine di un elastico che tira tira prima di rompersi torna indietro.

Con la ragione lo so che sono io stessa a controllare, ma nella realtà non riesco ad andare oltre quel tratto, quel punto in cui si toglie il velo.

Magari mi puoi indicare il 3d in cui si parla di ciò che dici sul controllo oppure me lo spieghi meglio.
L'ho detto tempo fa, si è innescato un meccanismo senza ritorno, ora si va avanti, ma dove? cosa c'è oltre? ho bagliori, percezioni che poi blocco, vado cauta appunto perchè mi sento scoperta da protezione.

E' chiaro che il mio imprinting fin da quando sono nata è stato questo, mi sentivo esposta, mi sentivo oggetto, ho dovuto crescere abbastanza prima di attivare le mie difese, ma ho subìto molta violenza, molta costrizione.
Io stessa sono diventata molto possessiva nelle mie manifestazioni affettive, e poi ho lavorato tutta la vita per liberarmene, vivere rapporti sereni e alla giusta distanza.

La mia difesa è stata la mia razionalità, l'orco. Affidarmi all'oggetto è stato peggio.

E' la prima volta che mi sento pienamente soggetto, individuo separato dall'oggetto anche se ancora dipendente, condizionato da esso, percepisco la mia individualità.

Nike parli di sindrome da paura di perdere l'oggetto...
magari lo spieghi più dettagliatamente se puoi.

Intanto mi sono sperimentata sulla lontananza dall'oggetto.
Ora devo vedere se sono capace di riavvicinarmici, di incontrarlo nel silenzio come mi ha chiesto.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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