Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 04-12-2010, 19.59.52   #234
diamantea
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Una cosa il mio orco sta imparando a farla: urlare piano!
Ora è prioritario conservare la voce, fermarmi un attimo prima che il calore mi pervada esplodendo nella rabbia che mi porta a sfogare urlando e rimanendo senza voce per giorni.
Mi sono accorta che l'effetto è uguale, in quanto la carica energetica è la stessa qualunque siano i decibel che la esprimono.
Mi ritrovo ad esprimere i miei sentimenti invece dei miei pensieri, quindi anzichè scagliare improperi contro l'oggetto esprimo come mi sento.
Il pensiero subentra quando viene rimosso il sentimento, quindi si diventa razionali, freddi, crudi.
Dovrebbe risalire la funzione repressa, nel mio caso la sensoriale per decodificare la percezione del come mi sento in base ai forti segnali che il corpo mi da.

Ad esempio quando mi spazientisco inizio a sentire un fastidio allo stomaco, poi mi si stringe la gola, quindi inizia un'accelerazione del battito cardiaco e subentra il pensiero negativo, lo sguardo diventa fisso, le narici si dilatano, il respiro diventa corto, poi inizia il calore che sale fino allo stomaco, appena pervade anche la schiena è fatta, parte la reazione.
Questo perchè non sono abituata a dare ascolto ai segnali del corpo che mi indicano lo stadio della mia insofferenza, ovvero limite di tolleranza alla stimolo esterno. In genere resisto ai miei segnali con la sopportazione e la repressione pensando che fra poco finisce, invece se l'oggetto continua ormai per me a provocare esplodo.

Credo che sia questo il radicamento alla terra, stare a contatto con se stessi qualunque sia il sentire del momento.
Mi sembra un buon risultato, che mi fa stare a contatto con me stessa, con i miei bisogni e il mio sentire risparmiando la voce.

Certo ancora c'è il concetto di distanza focale dall'oggetto, più vicino o più lontano, l'oggetto causa di piacere o dispiacere, soddisfazione o frustrazione.
Vedo la dipendenza del mio stare bene alle condizioni offerte dall'oggetto.
Si radica in me il desiderio di distaccarmi dal condizionamento, dal bisogno, dalla dipendenza dall'oggetto.
Ma cosa accadrebbe un giorno se dovessi veramente bastare a me stessa? Che ne sarebbe dell'oggetto?
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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