Discussione: La paura della paura
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Vecchio 10-05-2010, 23.03.55   #14
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Conoscevo un tizio che aveva paura della paura della paura.

Però lui mi raccontava di un tale che riusciva ad avere paura della paura della paura della paura della paura. Mah, sarà vero?
E' un modo ironico per dire che sono tutte pippe?
Io invece credo che spostare il fuoco da una paura specifica a una sensazione più allargata possa aiutare, anche se le paure specifiche nel loro dettagliarsi possono essere osservate generando meno panico.

Osservare le proprie paure può dirci molto su noi stessi ma scoprire che esiste, se esiste, un passo da fare prima per poterle accettare può essere una strategia per non farsi bloccare.

Quando ho sofferto di attacchi di panico non sapevo cosa fossero, mi sentivo solo incredibilomente stupida a sentirmi così, come se stessi per morire.
E meno male che non sapevo che era una patologia perchè probabilmente mi sarei fatta travolgere..ma questa è un'altra storia.

La sensazione che ricordo meglio è quella di quando sono riuscita a trovare una scappatoia, me lo ricordo bene perchè anche adesso alla mia parte razionale pare un'assurdità.
L'unico modo per superare il gelo e l'angoscia che salivano dalle gambe era respirare, anche se respirare implicava inevitabilmente che sentivo maggiore la possibilità di morire. Me lo ricordo bene quel pensiero "se respiro appena non sembrerà che mi muovo e non succederà niente".

Così per il dolore, quando ho sofferto di coliche l'unico modo per uscirne era lasciare che le ondate di dolore si espandessero nella pancia.(sempre respirando )

Alla fine credo che sia quell'accettare di cui non siamo capaci, quel lasciarsi andare che genera in noi un conflitto enorme perchè ci mette di fronte a una possibile fine.

Se percepisco una paura istantaneo scatta quel "non devo/non posso/non serve", la negazione della paura genera ancora maggiore attrito, non permettersi di viverla ci spinge ancora più lontano.

E' una forza repulsiva diceva Uno, io non ho ancora capito bene in che senso mi sà ma sò che finchè mi ostinerò a combattere certe paure, a non concedermi di averle (e non a puro livello di raziocinio ma con la pancia) queste continueranno non solo ad esistere ma a rinforzarsi.

Vedo bene quello che dici Sole, il mancato controllo del corpo, un corpo che reagisce da solo mentre noi vorremmo fare tutt'altro. Accettare una paura non significa abbandonarsi alla furia della tempersta ma dire si, ho ragione ad avere paura e per questa paura che ho devo trovare una soluzione.

Non credo che sia un problema solo femminile Diamantea, anche se per cultura e predisposizione forse noi siamo più propense a farci difendere, a farci aiutare, ad aspettare una soluzione più che trovarla (e mò Filo affila i coltelli ) mentre per un uomo il farsi prendere dal panico forse viene più facilmente legato a una perdita di virilità per cui cercano di sforzarsi di più per evitarlo ma è puro giro discorsivo, quello che conta è capire se esistono dei modi, delle strategie, per dare ad una paura la possibilità di essere "solo" una paura e non diventare un fattore debilitante, penso.


Ps
Fatico anch'io a considerare l'attacco di panico come un fattore per sentirsi vivi Red, a parte che Uno ha specificato che parlava con Gris ma ogni tanto mi capita di pensare a quel discorso su fatti che ci colpiscono e che non vengono digeriti, metabolizzati e che rimangono in sospeso in attesa di ricapitolare ciucciando fiumi di energia. Il pensiero che lego a quelle situazioni è di mancanza di fuga, di scappatoia, una via senza sbocco. Forse il sentirsi vivi è legato al dopo

In ogni caso ogni cosa che inizia è destinata a finire, purtroppo può ripetersi ma deve comunque finire. Questo mi aiuta sempre molto..
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