Discussione: Il vizietto
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Vecchio 13-03-2010, 02.17.33   #16
griselda
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Dna o trasmissione, sono la mamma che mi è stata trasmessa e la figlia che sono diventata e rimasta.
Premessa per fermare un'idea che mi è venuta.

C'è stato un passaggio nella mia vita che poi alla fin fine non è mai avvenuto.
Queste sono sensazioni.

Mia madre, la riconosco in me, mi ha accudito in modo quasi ossessivo sino ai cinque anni credo. Per ossessivo intendo che non mi lasciava sola un attimo (a meno di cause di forza maggiore come quando si è ammalato mio fratello ed ero piccolissima mi pare avessi due anni) quando poi ero neonata, ricordo che mi raccontava che se stavo male e piangevo lei piangeva con me. Rimaneva li a guardarmi quando dormivo, e appena aprivo gli occhi lei c'era, insomma credo che il distacco dalla pancia alla fuori già non è stato fatto decentemente, ma si è protratto ancora per molto tempo.
Poi c'è stato l'asilo, trauma, (asilo esperienza stranegativa con una suora arpia) primo o se teniamo conto di quando avevo due anni secondo, distacco negativo come memoria.
Poi il lavoro di mia madre altro distacco anche se era raggiungibile ma non più a mia disposizione come prima.
Poi la scuola (vissuta come distacco non accettato) e li ci fu un cambiamento da parte di mia madre ancora peggiorativo di distacco da me. Beh io crescevo, lei lavorava ed io mi sentivo trascurata. (Ma sarà stato poi vero, oppure era solo la differenza tra il trattamento iniziale a cui ero abituata e quello che poi per forza di cose deve subire un cambiamento graduale di crescita per sviluppare l'autonomia del bambino?) Il poco o nullo dialogo credo che non abbia permesso di digerire questi cambiamenti, questi passaggi di stato.

Più crescevo e più mia madre prendeva le distanze da me. (almeno io la vivevo così, non avevo digerito che crescere volesse dire anche affrontare cambiamenti)
Inoltre dovevo esseremi accorta della differenza tra la solita routines e i momenti in cui mi ammalavo oppure creavo qualche problema in generale. In quei momenti LEI tornava ad essere la mia mamma di una volta. Solo in quei momenti ritornava a darmi attenzioni ormai per lei obsolete.

Bon

Credo di non aver cambiato una virgola da allora ad adesso.

IOIOIOIOIO se smetti di darmi attenzione io faccio casino, mi ammalo o litigo o pianto su un tale putiferio che mi DEVI dare retta per forza.
Poi anche se sei arrabbiatissimo/a con me mi sento comunque meglio di prima, perchè sono riuscita a rinconquistare la tua attenzione. () Per gli altri sono pazza e te credo chiedo scusa a tutti quelli che sono passati attraverso questa mia follia

Poi ho trovato anche altri modi per ricevere attenzione ma poi però se me la toglievano o la diminuivano mettevo sempre in ballo quel meccanismo.
Non puoi smettere di darmela, non puoi diminuirla perchè altrimenti ti detesto e ti pianto giù un casino.
IOIOIOIO devo, voglio essere il centro della tua attenzione, insomma un egocentrismo infantile che non è mai stato accettato compreso e superato.
Una bambina incavolata che non è mai riuscita a fare il salto, perchè ancora è lì ferma a chiedere a sua mamma di tornare ad essere la mamma ossessiva di attenzione che era stata i primi anni della mia vita.
Se sposto l'obbiettivo della cinepresa sul resto della mia vita con l'intento di riprendere altri effetti collaterali vedo tutto sotto una prospettiva diversa da come li avevo visti sino a qualche tempo fa.

La colpa era degli altri, beh questo è facile da spostare.
Ma il vedere come spostavo la cinepresa creandomi film assurdi su come l'attore/trice del momento dovevano comportarsi è decisamente forte da accettare. Poi rivestivo il tutto con sono possessiva, quando amo do tutta me stessa e via dicendo.
Altro che do tutta me stessa ossessionante devo essere stata e sono se lascio che sia quello che ho dentro.
Devi avere solo occhi per me, devi avere solo parole per me, devi pensare solo a me, dobbiamo stare solo io e te, devi ascoltare solo me..............miiiiiiiiiiiii che pauuurrrraaaaaaa!
Meglio la prigione.
Peggio della Sandra sempre tu e io io e te te e io uffa che barba. Un'ossessione.
Sempre a giudicare ogni attività che portava lontano da me come negativa, mi portava ad irritarm in continuazione ed a sentirmi oltreggiata, non rispettata e tradita.
Tutto questo perchè da bambina non sono riuscita ad accettare la normale evoluzione di crescita interiore, di distacco graduale dal cordone ombelicale materno e poi famigliare.
Le gelosie infantili le vivevo nella mia mente in modo distorto e quindi esagerato e per questo ingigantivo anche i sentimenti ad esse relativi.
E' come se un difetto di fabbricazione avesse confezionato un robot con una scheda di programmazione difettosa.

Sotto questo punto di vista tutte le mie posizioni vanno riviste, tutto ciò che ho analizzato sino ad ora va rivisto e rivisitato sotto questa nuova ottica.
Non sarà piacevole ma sarà sicuramente propedeutico.

E sopratutto dovrò andare contro(riconoscendolo come inverso) a tutto ciò che sino ad ora conoscevo come iter di normale comportamento.
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