Discussione: Pena di morte
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 03-09-2007, 13.54.03   #8
jezebelius
Organizza eventi
 
L'avatar di jezebelius
 
Data registrazione: 27-02-2005
Messaggi: 1,865
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da cassandra Visualizza messaggio
far conoscere il lavoro vero a chi ha vissuto di espedienti fino a quel momento,non c'è nulla da imparare dalla morte e nella staticita'dei penitenziari...forse il lavoro duro,costante potrebbe dare risultati insperati...
Sono pienamente d'accordo.
Come dice Kael " vivere " è la punizione peggiore soprattutto se chi insegna( dovrebbe insegnare ) a vivere lo fa in maniera differente rispetto a quella fino ad allora vissuta da chi non è nelle regole sociali.
E' un discorso, credo, abbastanza articolato e si dovrebbe non solo fare riferimento al lato, a volte, " buonista" del Codice Penale, in generale per ogni paese, ed ad un altro troppo rigido ma anche alle origini della pena di morte ed i motivi che l'hanno condotta ad essere uno strumento " esemplare" per alcuni. In sostanza "riscrivere" il Codice in ragione dei tempi, in ogni sua parte, non sarebbe una cattiva idea secondo me.
Forse, nello specifico, la pena di morte fa capo a quel lato troppo rigido di intendere la punizione sia per quanto riguarda il risultato e sia per quanto riguarda colui che attribuisce la punizione e comunque al di fuori dei tempi.
In questo senso si potrebbe ragionare.
Lo Stato, quindi in rappresentanza dei cittadini e dunque della collettività, indirizza la sua attività punitiva nei confronti di coloro che non hanno regole e dunque non soddisfano, con le proprie azioni, quelle che la Società si è data per vivere - si presume - in collettività.
Ora infliggere una punizione porta con se, intrinsecamente, il voler purificare la società da tali elementi. Si spera che una volta " purificati" questi possano reintegrasi, poichè alla fine, servono alla comunità stessa.
Possedere un atteggiamento rigido, che sia uno Stato o una persona, mostra quanto sia rigido, nella sostanza, chi si eleva a giudicante. Fisso, statico ovvero senza possibilità di scendere dal luogo da dove distribuisce il suo giudizio.
Il discorso a mio avviso ha notevoli risvolti. Si potrebbe anche guardare da altra prospettiva nella quale " lo Stato punisce se stesso poichè si rende conto di non essere stato all'altezza" e via discorrendo. Si potrebbe anche richiamare l'agire del lato istintivo dell'uomo che opera " intellettualizzato" in regole al di fuori delle quali esiste una pena quale esempio per altri e deterrente per chi pensa di commettere reati e via così.
Comunque io sono contrario.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”

Ultima modifica di jezebelius : 03-09-2007 alle ore 13.58.39.
jezebelius non è connesso