Se l'autore fosse ancora vivo bisognerebbe mandargli una formale protesta: "perchè non hai fatto finire la fiaba con un vissero tutti felici e contenti?"
Quindi aggrappiamoci al morì contenta..... il che è pure vero: "beati coloro che non sanno".
Questa fiaba come tutte le fiabe, le metafore, parabole etc... ha diversi sensi a seconda di come la si guarda.
Quindi se la si guarda dal comune punto di vista: che bello, la bambina finalmente ha trovato la pace dalla nonna in paradiso. Se la si guarda da un punto di vista più profondo: la bambina aveva altre possibilità.
Per esempio.
La sua condizione era misera, era povera e sfruttata da un padre insensibile, condizione che è metafora di tutte le nostre miserie.
Poteva darsi da fare di più, poteva bussare alle porte per cercare comunque di vendere i fiammiferi, poteva cercare di accendere un fuoco come è stato detto e poteva fare molte altre cose.
Non ha avuto la forza, il che non è un giudizio-condanna, è una constatazione neutra.
Anche senza andar nell'esoterico e quindi osservare lo zolfo demoniaco dei fiammiferi, un fiammifero è qualcosa che si accende velocemente ed altrettanto velocemente si spegne. Come i desideri se non alimentano qualcosa di più grande....
Spesso si parla in negativo dei desideri in ambienti di crescita spirituale o solo interiore, in realtà i desideri non sono negativi in se, senza desiderio di vivere neanche saremmo qui, i desideri sono negativi quando li accendiamo velocemente in continuazione senza seguirne veramente il senso.
Non c'è comunque nessuna colpa nella persona che brucia subito tutto il potenziale e poi si lascia riassorbire dal tutto senza aver mai cercato una propria individualità, però non parliamo di consapevolezza.
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