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Vecchio 10-06-2007, 19.29.35   #41
Uno
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Ops
dimenticavo.... ma quel superfluo di cui parlavamo?
Se come detto sopra "Tutto (quello che abbiamo, che ci arriva, che siamo) ci č necessario" vuol dire che il necessario altrui non č detto che sia necessario a noi... se non forse proprio per imparare questa cosa...
Lo so che č una stupidaggine e pure ovvia... eppure tutto il concetto espresso da San Francesco e cardine di tutti i percorsi Spirituali č questo.... e visto come vanno le cose non sembra che molti lo abbiano compreso. Se voltiamo tutto in rinuncia possiamo azzeccarci come se andando a caccia (non ci vado ma č un esempio) con il cannone facendo fuoco sull'albero becco tutti gli uccellini, ok prendo il bersaglio ma che ci faccio? (a qualcuno serve anche questo, ma č un caso limite)
Purtroppo molte "ideologie" (perchč non mi sento di chiamarle Spiritualitā) hanno marcato questo dover rinunciare a tutto senza discriminazione (e non entriamo sull'ovvio perchč, ora non ci interessa), cosa che ha senso come detto giā in altre discussioni solo in talune circostanze e settori, es sono ricco e viziato? Magari mi fanno bene 20 giorni di prigione e/o di rinuncie alle comoditā (sarebbero meglio 40 ) .
La giusta rinuncia č non voler il necessario altrui, cose che non ci servono e che ci distolgono dal nostro percorso, in questo modo siamo in grado di fare... lavorare.. tutto il necessario e trasformarlo in possibile... insomma la storia dell'erba del vicino, per guardare quella non ci accorgiamo che la nostra č altrettanto verde.
Alla fine siam tornati da capo, come distinguo il superfluo? Ok č quello che non č necessario a me, č il necessario per altri... ma messa in pratica?
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