Discussione: Archetipi
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Vecchio 22-03-2010, 16.12.52   #70
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Al contrario, saremmo davvero individuo. E come tale, collegato al tutto, mentre finchè siamo ego ne siamo separati (o meglio, c'è come una patina tra noi e il tutto).

Gli archetipi possono essere visti come forme a priori, strutture della psiche, qualunque psiche. Man mano che ci soggettivizziamo li riempiamo di contenuti soggettivi ed essi prendono forma per noi, quella forma per quel noi. Ma ciò che avviene nel soggettivo avviene su un piano successivo di quello dell'archetipo, più specifico, quindi ad esso dipendente, derivante. C'è un rapporto gerarchico tra il piano soggettivo (la forma che l'archetipo ha per noi) e quello dell'archetipo (forma a priori)... la forma che gli diamo è la sostanza, l'archetipo l'essenza.
Svuotare dei contenuti personali permette di accedere all'archetipo direttamente, o a una sua forma meno personale, più collettiva, di solito mitica. Incontro che non può che essere emozionante e liberatorio di energia (l'energia che si incista nella fissazione del contenuto personale).
Quindi svuotare mette sempre più a contatto con la struttura non soggettiva della psiche, la pre-struttura, ossia la struttura prima che si riempia di contenuti soggettivi. Da un certo punto di vista è come ripartire, rigiocare alcune mosse... noi possiamo essere come vogliamo, ma siamo imbrigliati nei nostri contenuti, coi quali ci identifichiamo.
E' un viaggio verso l'essenza, e quindi l'essenza di se. Che non è l'ego, dato che anche l'ego è riempito di contenuti personali (che come tale si può anche pensare come un falso ego, o un ego limitato, mentre il vero ego, ad averlo, veicola tutte le possibilità umane, non solo quelle che ci siamo convinti di poter manifestare)... man mano che troviamo l'essenza l'ego può farsi da parte, o noi possiamo fare a meno di lui, e fondarci sull'essenza.
Ma questo processo non può che passare per un continuo miglioramento di questo ego (deve maturare), una sua crescita, un meglio strutturarsi e un non essere troppo rigido da non permettere alle possibilità di entrare e uscire... insomma deve divenire resistente e non limitante e soprattutto non autroreferenziale, dato che deve permettere (o lo dobbiamo obbligare) che attraverso di lui si manifesti l'Uomo.
Ho riletto il post fino a metà mi perdoni ? Non è fretta vuota è che ho paura di perdere quello che ho in mente, non è grave ma magari mi è utile.
Allora: ho trovato un libro sugli Archetipi anzi ne ho già letti un paio, quello che ho capito da uno di loro è che i miti parlano di questi archetipi, in questo caso di quegli archetipi che agiscono sulla psiche femminile.
Ho letto la "personalità" di questi personaggi femminili mitici e mi ci sono ritrovata dentro bella, bella in quattro di loro, mi domandavo se questi Archetipi scendono in noi, entrano in noi e poi ci agiscono come se fossimo ancora il corpo della tal mitico personaggio?
Insomma è possibile che quando questo personaggio entra in me io divento come manovrata da questo se non me ne rendo conto?
Ok la predisposizione ma penso, se no sarebbe tutto inutile, rendersi conto che siamo predisposte ad incarnarlo e per evitarlo contrapporre dei comportamenti e dei pensieri anche un credo diverso da quello possano allontanarlo e chiamarne un'altro?
Dimmi che hai capito cosa cerco di dire per favore eh?
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