Anonimo
Sancta Sanctorum
Ho qui davanti un'immagine di te,
quella del tuo corpo addormentato.
Aggraziata come una rosa sul proprio stelo,
come fosse un meraviglioso trono celeste.
Lģ, silenziosa e pura, bianca e indifesa,
mi fai dimenticare d'essere un mendicante d'arte e scienza;
mi trasformi cosģ in un re potente e fiero,
capace di proteggere e confortare il proprio popolo, figlio devoto.
Le palpebre tue chiuse tengono a riposo la luce verde ed eterna dei tuoi occhi,
le tue labbra purpuree e tumide non conoscono indecenza o corruzione.
I seni tuoi d'avorio seguono fedeli le linee delicate del tuo corpo
di fanciulla e di donna,
di vergine e di madre,
di umile serva e fiera regina.
Le tue gambe, lunghe e leggere, troneggiano sul suolo,
e fanno levare il capo anche alle fetide bestie della terra,
volgari schiere d'inferno che non conoscono bellezza;
nascoste nell'abisso spiano la luce da cupe feritoie
e voraci si nutrono degli avanzi del mondo.
Esse al tuo cospetto si placano incantate,
e sentono nei tuoi profumi d'incenso l'odore della gioia, scienza celeste.
Tu custodisci nel cuore la chiave della magia e dei suoi eterni segreti.
Tu, invidia delle cagne di Satana e meraviglia di Pan.
A te che sei tutto per me, dono le chiavi dei miei sensi e del mio cuore infiammato,
e te attendo per risorgere da questa grigia cella di terra,
per ritornare lą, al sole, all'eterno,
verso "quel paese che ti somiglia tanto.
Lą tutto č ordine e bellezza, calma e voluttą."
Sii il mio giorno e la mia notte,
resta con me a cullare la mia armatura
come un amante ed un figlio,
come un amico ed un fratello.
Sii la mia regina e la mia schiava,
il mio cielo e la mia terra.
Sii tu stessa l'amore che provo,
poichč č per gli amanti ogni miracolo della natura.
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