Discussione: giudicare gli altri
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Vecchio 16-09-2006, 16.28.27   #27
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno
Le parole di Gesù non sono riferite al giudizio, ma alla constatazione (quindi diverso da giudizio ed opinione che sono in fondo la stessa cosa, cioè un'idea od un'espressione su qualcosa che non è possibile toccare ma che si può solo vedere con la mente, cioè diverso da constatare dove si può toccare, accertare ect... che corrisponde all'evidenza) che se uno sta male non può aiutare un'altro a guarire, se uno ha una casa senza tetto non può ospitare un'altro che ha un buchetto sul tetto e che quindi è meglio che non reciti (ipocrita= attore) la parte di quello che può ospitare se non può.

P.s. qualsiasi giudizio o opinione è una presa di posizione su qualcosa che si conosce solo da "lontano" cioè che non è da noi possibile toccare con mano direttamente, questo è necessario spesso, se dovessimo contenere solo informazioni sperimentate direttamente dovremmo stare nell'immobilità, ma subentra il pregiudizio come parametro per comprendere come muoversi.
Esempi:
Uso un pc, ho dei programmi interattivi che pre-vedono già delle situazioni, ma se questo programma qualsiasi tasto io spinga mi desse sempre lo stesso risultato a pre-scindere sarebbe poco funzionale... certamente non potrei farci nulla e tantomeno collegarlo ad internet.

Ho un piano di viaggio, leggo delle guide e delle mappe e poi parto, se per strada il clima, imprevisti sociologici (guerre, tumulti etc) scioperi dei mezzi di trasporto o che altro mi impedissero un percorso ma io pur essendo in viaggio di piacere mi ostinassi nel voler seguire la via decisa a priori sarei rigido e sciocco.

Insomma bisogna avere dei dati, idee, opinioni ed anche giudizi su tutto, ci servono per muoverci od iniziare a muoversi ma non devono essere immutabili altrimenti ci limitiamo la gamma di possibilità a nostra disposizione per arrivare a dei risultati utili per noi e per l'ambiente....
alla fine se ci pensate il problema non è in chi giudica ma la rigidità di tale giudizio e la sua espressione più o meno manifesta, se io penso di una persona che mi sta sulle scatole, che glielo dica o meno ma mi comporti nei suoi riguardi in un certo modo è uguale, mentre se osservo che questa persona non è un bijoux ma mi comporto normalmente (ovviamente se serve impedendogli di nuocere) e sono pronto sempre a notare possibili (anche se difficili) cambiamenti in questa persona sto tenendo un comportamento corretto

Grazie Uno...provo a vedere se ho capito cosa intendi...
Insomma, le parole del Vangelo non fanno altro che riferirsi ad una presa di coscienza rivolta sia nei confronti di se stessi ma anche nei confronti degli altri.
Da qui se ho un handicapp riconosciuto ( il tetto bucato ad esempio ) non posso " tentare " di risolvere l'handicapp a sua volta presente in chi mi sta di fronte. A questo punto devo ri-conoscere ( constatare ) che io ho un buco nel tetto e che prima di risolvere i problemi altrui devo risolvere i miei. Solo dopo che sono riuscito a completare questa operazione posso, nelle infinite modalità, aiutare gli altri a risolvere le questioni da cui sono afflitti.
Dal tuo spunto-conclusione si può notare una differenza tra il " constatare " ed il " giudicare " ( cioè avere una opinione ).
Nel primo caso si prende coscienza di un fatto evidente. Si viene in relazione ad una circostanza per cui si capisce che è posta/fatta in un determinato modo.
Nel secondo caso si intende al contrario, il giudizio o l'opinione che ci siamo fatti ( appunto da lontano ) per una situazione con la quale non siamo venuti a contatto.
Ora il giudizio è deleterio quando è rigido, non flessibile alle circostanze.
Il giudizio ci serve per darci " la spinta " necessaria affinchè si possa venire a contatto con una situazione e dunque, successivamente, prendere atto di questa ( constatazione ).
il giudizio è solo un mezzo utile affinchè si possa arrivare all'evidenza. Questa andrà a sostituire l'opinione che " dovrebbe " essere solo momentanea.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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