Lo scrivo perchè assai diverso dal solito.
Sogno che una gattina non proprio adulta, col pelo rosso a strisce bianche, torna in casa dopo essere stata via dal vicino. La sollevo per portarla da quel balcone al mio ma come temevo ha un pò di diarrea, penso subito che la curerò. Di nuovo fa come per avere ancora cacchina, non riesce a farla, ha gli sfinteri esausti, cerco di aiutarla mettendole una mano dietro la schiena, spingendo sulle vertebre sacrali prima della coda. Di sicuro è una massa, forse un groviglio di parassiti che mi aspetto siano bianchi, si affacciano due punte di quel colore infatti, forse saranno ascaridi, ma invece si rivelano i piedini di una bambola, sicuramente un oggetto che lei avrà ingoiato giocando. Rapidamente da che sembra piccola esce come negli ultimi istanti del parto, una grossa bambola, alta e grande quanto tutto l'animale e lo libera. Resto stupita, penso allo sforzo che avrà fatto e il pericolo di morire che ha corso nell'ingoiarla tutta perchè non gli restasse incastrata nella gola facendola morire soffocata. Nei momenti seguenti sotto i miei occhi la bambola per pochi istanti bianca diventa nera, e poi ancora si trasforma in un viscido rospo grigio cangiante, che si appallottola, si gira sulla pancia e rimpicciolisce come se si asciugasse il suo corpo fatto di acqua, come se perdesse ogni forma a contatto con il fuori. Ah, mi sono liberata.
Ho tantissimi collegamenti da fare, arrivano tutti insieme, e soprattutto mi sembra incredibile e straordinaria la rappresentazione di questo sogno. Credo sia frutto di quello scritto che mi sta sembrando l'affrontare il mio nero nell'unico modo che mi è possibile farlo. Devo reggere i timori, la paura dell'incontrollabile per me e non solo per me che si potrebbe scatenare. Per fortuna non arrivo qui senza esperienza, ma sto sul filo del rasoio evitando di cadere, ed evitando di scivolare nel deleterio fine a se stesso, e tutto ciò sta richiedendo uno sforzo consapevole non indifferente.
