Discussione: Mal di vivere
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Vecchio 14-09-2011, 17.11.17   #1
diamantea
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Predefinito Mal di vivere

Ho fatto caso in questi giorni specialmente che ho sempre un sottofondo di depressione che non mi lascia mai, semmai č coperto dagli stimoli estrerni o interni nuovi, che me lo fanno dimenticare. L'ho osservato per bene questa mattina svegliandomi presto. E' sempre uguale, č la lotta per la sopravvivenza o paura di morire. Lo sento forte in particolari momenti di stanchezza, in cui mi sento scoperta, senza difese, attaccabile dall'incertezza della vita. E' un senso di depressione che mi attanaglia forte, da tempo immemorabile, forse giā da quanto ero ragazzina dodicenne e mi ammalai di tonsille. Con la mente cerco soluzioni, penso a quanti soldi potrei avere per sopravvivere, e se fossi malata o prigioniera quanto tempo mi ci vorrebbe per smettere di vivere.
A dirlo adesso, a mente fredda, con le mie piene forze mi sembra una sciocchezza frutto della mente, eppure č un'insidia sempre presente, in agguato alla mia serenitā che a volte mi paralizza l'energia.
Gli stimoli esterni mi servono a rinvigorimi nel corpo e nello spirito, mi accorgo di quanta energia possiedo, di quanta forza mentale e fisica, di quanta resistenza ho alla fatica, di quanta forza di volontā impiego per ottenere quello che voglio. Poi il crollo, la stanchezza e questo senso di vacuitā della vita, di depressione che mi fa vedere tutto in salita, tutto vano o inutile, come il vivere per non morire.
Eppure sento che in qualche modo io abbia rotto qualche membrana prottettiva, di quelle che proteggono la specie, non fanno pensare alla morte, fanno pensare solo alla vita, al futuro.
Sono momenti in cui mi rendo conto che il tutto il quotidiano dimenarmi altro non č che sfuggire alla morte, sopravvivere visto che ancora respiro. Sono momenti in cui si accorcia la distanza tra il minimo indispensabile per vivere oltre il respirare e il mangiare e quello che chiamiamo evoluzione, tra lussi, agi, tecnologia, viaggi sulla luna. Al momento della morte tutto scompare, la distanza tra il primo e l'ultimo respiro diventa minima.
E' questo il peggior momento in cui mi sento distante da Dio, dall'universo, il profondo abbandono a me stessa, il peso della vita che schiaccia. Mi metto davanti agli occhi chi muore di fame, di sete, di malattie, di solitudine, di violenze e sevizie varie. Nascono per soffrire in attesa di morire. Mi chiedo che senso ha tutto questo, ed č una realtā sotto gli occhi anche se faccio in modo di non vederli, di non sentirli, eppure sono dentro il mio inconscio ed ogni tanto vengono fuori con prepotenza. Avverto un dolore profondo per questa condizione umana che potrebbe toccare anche a me ma mi sento fortunata a non farne parte ancora e spero mai, a non vederla da vicino, eppure č dentro di me come se lo conoscessi o lo avessi conosciuto veramente. Poi dormo per un tempo sufficiente al pieno riposo finchč mi sveglio ed č solo pensiero.
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"Mi manca giā la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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