Discussione: Mal di vivere
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Vecchio 15-09-2011, 14.48.10   #5
Edera
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
Ho fatto caso in questi giorni specialmente che ho sempre un sottofondo di depressione che non mi lascia mai, semmai è coperto dagli stimoli estrerni o interni nuovi, che me lo fanno dimenticare.

Anch'io ce l'ho Diam, credo di capire cosa provi. Lo avverto anche quando sono felice perchè una parte di me rimane consapevole della transitorietà della sensazione di gioia che sto provando in quel momento. A differenza delle emozioni (di gioia o tristezza) che vanno e vengono, quel sottofondo depresso di cui parli, rimane costante.

Citazione:

Sono momenti in cui mi rendo conto che il tutto il quotidiano dimenarmi altro non è che sfuggire alla morte, sopravvivere visto che ancora respiro. Sono momenti in cui si accorcia la distanza tra il minimo indispensabile per vivere oltre il respirare e il mangiare e quello che chiamiamo evoluzione, tra lussi, agi, tecnologia, viaggi sulla luna. Al momento della morte tutto scompare, la distanza tra il primo e l'ultimo respiro diventa minima.
E' questo il peggior momento in cui mi sento distante da Dio, dall'universo, il profondo abbandono a me stessa, il peso della vita che schiaccia.
Io credo sia realmente così, cioè quel sottofondo depresso che avvertiamo in realtà è come una spia sempre accesa che segnala sempre la stessa cosa: non stiamo vivendo ma stiamo sopravvivendo. Personalmente ho l'impressione che l'esistenza sia una specie di palcoscenico dove la protagonista sono io ma coperta ogni volta da una maschera diversa, me ne tolgo una e sotto ne spunta subito un'altra, senza arrivare mai all'originale. In realtà non so chi sono, mi limito ad intepretare delle parti, è questa non-identità, questa sensazione che tutto sia costantamente una messa in scena che mi provoca quel senso di depressione costante e latente.
Soprattutto in questi mesi, Dio per me rimane qualcosa di lontano, astratto e così tutto quello che a che fare con esso... Se la ricerca è animata dal fuoco, mi sa che qualcuno ci ha buttato sopra un secchio d'acqua Ma chi può dire se sia male o bene? Magari il mio percorso non è cambiare ma semplicemente accettare, me stessa prima di tutto, coi miei limiti e miei difetti. Magari tutto il mio dimenarmi per cercare soluzioni, nuove vie ecc non è altro che il costante rifiuto di ciò che sono in realtà.. Accettare di non piacermi, di non dormire, l'ansia, la difficoltà nel sostenere una relazione, il mio lavoro, il mio corpo, i miei famigliari e tutto quello a cui ruoto e che mi ruota intorno. Forse accettare davvero tutto questo, porterebbe a uno stato di quasi serenità, simile all'innocenza. Porterebbe pure al sonno profondo? Forse sì, non lo so.
Intanto il tempo passa e quel sottofondo è sempre lì.. Sembra il sottofondo di chi è sveglio con un occhio e con l'altro dorme. Allora penso, le cose sono due: o ci si sveglia o per pigrizia, incapacità, indolenza e quant'altro, si decide di dormire. La prima è una scelta, la seconda è una resa
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