Discussione: Mal di vivere
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Vecchio 15-09-2011, 21.42.35   #11
diamantea
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Il mio ex lo scelsi perchè possedeva delle caratteristiche che mi piacevano. Era separato con i figli in casa, più grande di me, una posizione economica agiata, la testa sulle spalle e un fare di uomo che mi piaceva. Non era il mio ideale di uomo come il rapace quindi non avrei perso l'essere dietro a lui. Per una volta volevo seguire la testa più che gli ormoni. Ma la cosa non ha funzionato, non poteva funzionare, troppo diversi. Eppure accanto a lui è uscita fuori questa paura della sopravvivenza. Quella parte di me si era sempre più convinta di non poter sopravvivere da sola, anche perchè nel frattempo mi ammalavo e sentivo la vita uscire da dentro di me, appassire ogni giorno di più, mentre lui rinvigoriva sempre di più. Sembrava che la mia energia l'assorbisse lui.
Si partiva e all'atterraggio ecco che mi bloccavo la schiena, subito mi imbottivo di antinfiammatori e tiravo le gambe in giro per le città a far finta di godere a far la turista tutta rigida. A volte dovevo rientrare in albergo perchè il dolore non lo sopportavo più. Una sera avevo deciso di farmi investire da qualche macchina in un incrocio a Parigi perchè non avevo più forza per tirare le gambe.
Malgrado ciò ho sofferto maledettamente il distacco da lui, ero diventata affettivamente molto dipendente da quest'uomo che sembrava prendersi cura di me.

Il mio attuale compagno non l'ho scelto, mi è capitato davanti. Non avevo certo intenzione di farmi una storia lunga e nemmeno breve, mi piaceva da morire ma era giovane ed io mi stavo separando, non volevo altri impegni sentimentali, non con uno più giovane.
Poi non possedeva caratteristiche che potevano rassicurare la fiammiferaia, anzi, con lui accanto mi sentivo totalmente abbandonata, scoperta.
Giovane figlio di famiglia abituato a badare solo a se stesso per me da un lato è stato un peso nel dovermi occupare di lui nel nostro rapporto, ma dall'altro lato è stato una palestra per allenarmi a diventare autonoma.
Forse è per questo che l'ho incontrato, per staccarmi dall'idea che ho bisogno di un uomo/padre, con il vantaggio di essere più grande e quindi più probabilmente di morire prima di lui, non reggo più alle separazioni, se non ci lasciamo prima naturalmente.
Lui non è per nulla rassicurante per questo credo inconsciamente lo voglio sempre lasciare. Una parte di me lo rifiuta, mi incita a guardare altrove o tornare indietro verso colui che mi proteggeva apparentemente.
Ma la spinta è quella di diventare un individuo, superare la paura della morte, forse... perchè gli uomini/padre alla fine li rifiuto e li allontano, oggi non lo sopporterei nemmeno un minuto accanto se dovessi presentarsi dal pulpito.

Non so se ho centrato il meccanismo del mal vivere ma di sicuro questo dentro di me c'è e va compreso e superato anche se ancora non so come e quando.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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