Visualizza messaggio singolo
Vecchio 09-10-2007, 10.47.56   #1
dafne
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di dafne
 
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
Predefinito Fare di un vizio virtù

Riflettevo sull'essere viziati e mi è venuto in mente questo modo di dire. Si può davvero fare di un vizio una virtù?
Ho cercato il significato della parola vizio: pare derivi da dal latino vitium, per alcuni deriva da vitare. schivare; per altri da viere, torcere intrecciare (da cui vite..). Ambedue includono il concetto di cosa che devia dal retto sentiero, nel secondo anche impedire, impacciare.
Il verbo viziare viene definito come "togliere una buona qualità per introdurne una cattiva". (un tuo intervento Ray sarebbe illuminante..)
Vizio viene anche inteso come una cosa non proprio positiva che però si fa in automatico e senza poterne (o volerne)fare a meno, si dice anche infatti "ce l'ha per vizio". Altra espressione curiosa è "c'è aria viziata" quando l'ambiente è chiuso da molto e saturo..generalmente si risolve aprendo una finestra e facendo entrare aria fresca..
Vizio è considerato contrario di virtù.
Sulla parola virtù chiedo ufficialmente un aiutino perchè me lo liquidano con un virtus=virilità, forza. Abituale e salda capacità di eccellere in qualcosa.
Ho notato che in entrambi i casi si parla di azioni costanti e sempre uguali, se positive sono virtù se negative sono vizi.
Ma fare di un vizio virtù? Significa forse che possiamo prendere il nostro vizio e "risalire" al suo opposto quindi alla virtù?
Sarà che forse mi mette fuori strada il considerare il vizio un fatto abituale, per esempio si dice "ha il vizio di mangiarsi le unghie" o si ha il vizio di mettere tutte le tazzine a destra nella credenza e i bicchieri a sinistra. Essere viziati invece ha una connotazione diversa, implica il volere tutto e subito e senza intendere ragioni..
mi fermo o faccio un minestrone... a voi!
dafne non è connesso