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Vecchio 08-12-2008, 21.12.42   #1
jezebelius
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Predefinito Operazione alla spina dorsale

E' di ieri l'altro.
In pratica mi son trovato ad accompagnare un amico ( ma non ricordo se fosse esattamente di sesso maschile; mi sembra pure una donna...) che doveva necessariamente essere operato alla colonna vertebrale - mi pare - per un'ernia.
Una volta arrivati presso lo studio medico, però, uno dei due medici che aveva condotto la visita mi dice di stendermi ed inizia anche su di me una visita alla colonna per verificarne l'integrità e che non vi fossero delle protusioni.
Io, dal canto mio, continuavo a ripetere che stavo solo accompagnando il mio amico e che non avevo nulla.
Però nel mentre dicevo questo uno dei medici " trova" una piccola protusione - parte destra delal colonna, vicino l'osso sacro mi apre anche che dicessero " tra L1 ed L2 " - sulla quale fa, con un attrezzo, una leggera pressione; da ciò un po di dolore localizzato.

A questo punto mi dice che sono da operare ( come l'amico) e mi preparano per il trasporto in sala operatoria.
Con indosso solo il camice, insomma quella leggera tutina che mettono in occasione di un intervento al paziente, mi trovo sul tavolo, di fianco ad un altro che gia era sotto i ferri.
Gli avevano " aperto " la schiena di questo e la spina dorsale era fuori. Quello che mi ha più colpito era non il fatto che fosse, come normalmente accade, addormentato per l'operazione ma, invece, per un verso la circostanza che il paziente veniva considerato una " cosa " su cui operare, fare delle correzioni. Proprio perchè addormentato infatti la spina dorsale si poteva " staccare" dalla sua normale allocazione, per correggere il danno e poi, rimetterla apposto, come se l'uomo li fosse una marionetta, una macchina da accomodare. Per l'altro, poi, una volta corretto e quindi eliminata la protusione, il paziente quasi sveglio ma ancora un po intontito per l'anestesia, inizia a cucirsi da solo, a suturare la ferita da se .
Infatti inizia dalla base della nuca per poi arrivare, in fondo, fino all'osso sacro.
Mi son svegliato poco dopo !

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Credo che, in quel poco di cose che riesco forse a vedere, ci sia un bel po.
Credo che l'amico che accompagno a visita dallo specialista sia sempre io. Io che da un lato credo che non ci sia danno e quindi " aperture " ( come prima ) tali da non permettere il flusso. Per cui nessuna apertura, flusso libero di salire. Per flusso intendo l'energia sessuale che sale lungo la colonna.
Lo specialista, però, si rende conto che la struttura - delal colonna - è compromessa e quindi va corretta. Questo può avvenire " solo " attraverso un intervento chirurgico che sia, allo stesso tempo, abbastanza " invasivo" - tant'è che il taglio non è solo localizzato sul danno ma " sale " lungo tutta la schiena - ma anche " freddo", quasi fatto in maniera razionale ossia senza preoccupazioni per il paziente; come fosse effettivamente una cosa da fare senza coinvolgimenti emozionali.
Il taglio, dunque, e la relativa correzione del danno dovrebbero avere una loro logica sequenza che, se da un lato è realizzata da qualcuno esternamente poichè senza l'aiuto di questi non è possibile tagliare e correggere - e la correzione in se ha decretato una maggiore lucidità quasi risveglio; il " buco " è stato corretto per cui fluisce, sale quel che dovrebbe salire -,la sutura della ferita è, invece, portata avanti dal paziente stesso che nelle sue condizioni non potrebbe ma comunque, data la posizione che lovede steso ancora a schiena in su e l'intorpedimento dell'anestesia, riesce a fare e " tornare" strutturalmente integro...

Se ci sono spunti, vi ringrazio...
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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