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Vecchio 25-01-2010, 13.12.41   #8
griselda
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Una volta mi han detto "non cercare di essere generosa se non sei in grado di accettare l'ingratitudine " (mi piacerebbe dirlo al prete... )

Però è vero, osservando questo meccanismo mi sono resa conto di quanto sia lontana anni luce dall'essere buona.
Comunque, ultimamente stò facendo un test, mi capita di avere una cosa da rinfacciare. Una stupidaggine di per sè, questo razionalmente lo vedo.
Invece di sbottare o punzecchiare o cercare la provocazione (essì ) me la tengo lì stà cosa, zitta zitta. (bon, ogni tanto mi scappa fuori.. ma ce provo)

Per un pò ha lievitato in maniera persino divertente, viveva di vita propria e trasformava ogni parola e gesto delle persona "incriminata" in qualcosa di intollerabile e volutamente polemico.

Adesso la cosa che agiva da agente lievitante ha perso un pò di forza, adesso che non ha riscontro immediato in una reazione da guerriglia urbana mi ci soffermo meno a pensarci sù, mentre prima era tutto calamitato su quella cosa che mi aveva (presumibilmente) fatto.

Sono ancora nella fase di non-giudizio, per quel che mi riesce, stò ancora cercando di mettere un pelo di distacco in quello che vedo perchè sospetto che non sia tanto il fatto da rinfacciare di per sè ad essere importante ma piuttosto quel qualcosa che quel fatto ha solleticato in me.

Un nervo scoperto evidentemente.

Rinfacciare quindi potrebbe non essere solo un buttare in faccia all'altro qualcosa che non abbiamo digerito ma un ributtare in faccia a noi stessi iquel qualcosa che ci ha infastiditi.

Spesso quando si rinfacciano le cose capita che scappino fuori anche cose che in realtà, in situazione di maggiore tranquillità, non avremmo mai detto.

Una sorta di filo che se tirato piano piano può far uscire molto altro... forse può trasformarsi in qualcosa di utile anche il rinfacciare quando invece di usare l'altro si provi a farlo a se stessi.
In effetti, se non hai digerito una parola, una frase detti da qualcuno, questa torna su come quando si mangia pesante, la cosa non cambia e nel sentirsi rinfacciare qualcosa è uguale il sintomo, nel senso che non ci piace e se lo mandiamo giù non lo digeriamo, perchè nel mandare giù si subisce è come una nostra imposizione di mangiare qualcosa che sappiamo esserci indigesto. Ma se guardiamo la cosa da un'altro aspetto il sapore potrebbe essere diverso. Se tu effettivamente (altrimenti stai mentendo) hai fatto qualcosa per me e me lo rinfacci, ovvero me lo metti di nuovo davanti, se è vero che mi è stato fatto quel favore perchè offendersi? Io se mi offendo è perchè vorrei essere al di sopra dell'aver bisogno, non vorrei sentirmi in debito. Ma se noi abbiamo accettato quel favore dovevamo già renderci conto in quel momento che saremmo stati in debito. Per cui perchè sentirci male, forse perchè non abbiamo mangiato qualcosa che non eravamo convinti di mangiare, lo abbiamo fatto di nascosto senza accettarlo veramente. Altrimenti lo sapremmo già da noi di essere in debito e diremmo elloso hai ragione è vero, non l'ho dimenticato.
E l'altro quando rinfaccia a volte non è un rinfacciare siamo noi che abbiamo paura che ci venga mostrata la nostra debolezza (come noi la viviamo) alla nostra IP (Importanza Personale) non piace mai esser sotto a qualcuno, dover chiedere, dover aver bisogno degli altri.
Insomma credo che se chiedo un piacere non devo sentirmi in debito ma grata, e non obbligata a rifarlo, altrimenti poi avrò paura che me lo rinfaccino.
Se faccio un piacere me lo devo dimenticare come devo dimenticarmi di averlo ricevuto?
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