Credo di capire forse ma va a finire anche no.
Si tratta di quella particolare sensazione per cui, anzicchè piangere o dare " libero sfogo " al pianto, si attiva un meccanismo, diciamo parallelo ma va a finire che è sempre lo stesso, per cui entra in gioco la commozione?
Cioè come se quel qualcosa fosse rinchiuso forzatamente e ne uscisse solo un po, appunto, attraverso la commozione?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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