Discussione: Piangere
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Vecchio 20-12-2007, 01.09.43   #14
Ray
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Le lacrime, il pianto, li vedo come una specie di valvola, quando non si riesce a trattenere un'emozione .. la cosa interessante è che le lacrime funzionano sia con emozioni negative, che positive, si puo' piangere di rabbia, di dolore, di gioia, di commozione etc.. e che normalmente non ci sono e poi le produciamo quando c'è un eccesso..

Fino a dove reggo non arrivano le lacrime, oltre ecco che mi "vengono in aiuto", poi come diceva Gris si possono trattenere anche le lacrime.. e reprimere, oppure lasciare che escano.

Gris pero' parlava più che altro di commozione, ecco Gris come te mi commuoveva tutto (Bambi compreso, cartoni animati etc), non riuscivo a distaccarmi da qualsiasi cosa vedessi, anche solo in tv.. e più che di commozione in certi casi secondo me si tratta proprio di identificazione con ciò che vedo/sento , che mi impressiona, e rimango scossa .. per me stessa pero'.. ora va molto meglio, pero' non credo che esistano ricette magiche per questo, ma solo rinforzandosi (e rinforzando i nervi) pian piano, le cose cambiano.

Altra esperienza che posso portare.. c'è stato un periodo in cui ricordando cose del passato, lavorandoci sopra piangevo a dirotto, e questo l'ho associato al fatto che avendo sempre represso, quando ho lasciato uscire certe cose , l'ho fatto come un fiume in piena.. lacrime comprese. In quei casi mi è stato utile, è stato come lavare via insieme alle lacrime molto altro. Poi man mano la cosa si è esaurita da sè..

Poi se vedo un tramonto splendido, o sento qualcosa che mi commuove particolarmente, e scende la lacrimuccia.. lascio che sia .. non so se sia giusto o meno ma tutto sommato al momento non ci vedo nulla di male

Sono molto d'accordo e mi piacerebbe espandere. Si dice "sciogliersi in lacrime"... ma cosa si scoglie? Ci vuole qualcosa che prima era solido... non l'emozione quindi.

Una cosa che emerge da tutti è che dopo il pianto ci si sente "bene", ma osserviamo meglio questo "bene". Astral dice che la commozione riempie, io aggiungerei che il pianto vuota. Come dice Red è uno sfogo... c'è una tensione che si è creata, per l'emozione, che sia dovuta ad identificazione o meno, e quando non reggiamo più la tensione dobbiamo sfogarne un po', almeno quel tanto che basta a riportarci sotto il livello di tolleranza... un raffreddamento che abbassa la temperatura, il fuoco, fino ad un livello di non dolore. Insomma è un esperimere, uno scaricare.

Però è fisico, la valvola è il corpo. Inoltre è un modo diciamo naturale e non lesivo... non è somatizzazione tipo mi viene l'orticaria (attacco ad un organo non preposto) ma un liberare attraverso con-dotti fatti apposta.

Perchè le lacrime, perchè l'acqua? Cosa si scoglie? Se qualcosa riempie il serbatoio e anche pieno continua a riempirsi aumenta la pressione interna. Quindi si condensa. SI forma, da qualcosa di più sottile, una parte più grossolana, più pesante, che eliminiamo come scoria verso il basso (interessante alchemicamente che le lacrime sono salate) e il resto può continuare a salire.

Un altro spunto sparso (poi sarebbe bello riuscire a mettere tutto insieme) lo da Cassandra in "risocrasi di se" quando racconta di come, aumetando la coscienza in un momento di commozione le lacrime si sono fermate (bon li si è accorta che non era lei a commuoversi ma forse in sta cosa conta poco). Come se l'osservazione avesse allargato quel serbatoio alleggrendo la pressione (e quindi permettendo la commozione senza sfogo) oppure, forse meglio, ha scaricato l'eccesso in altro modo, magari sublimando invece di consendare...
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