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Vecchio 25-10-2009, 14.53.37   #4
Kael
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Il secondo viaggio che racconterò qui nel mio diario, avvenne a breve dopo la mia esperienza ellenica, e fu diretto verso la Francia.
Dovetti infatti partire per quel paese per assistere ad una partita di calcio di un mio grande amico d'infanzia, vero genio del pallone.

Partii stavolta con al seguito tutta la mia famiglia, e dopo aver superato indenni i soliti ingannevoli gate dell'aereoporto, ci godemmo un piacevole volo fino in terra transalpina (ammetto che l'idea di finire per errore in terra transilvana, per assonanza, mi aveva preoccupato non poco..)
Giunti comunque a destinazione e dopo aver preso sistemazione in albergo, mi recai subito ad assistere alla partita del mio amico.
Il campo da gioco però, alquanto insolito, era situato sul tetto di un grattacielo, e il suo perimetro occupava quasi interamente il tetto, lasciando così pochissimo spazio per rimesse laterali e calci dal fondo. Per non parlare delle tribune, che assolutamente non c'erano. Io e altri sventurati spettatori, non potendo fare altrimenti, rimanemmo appesi al cornicione del grattacielo a mani nude, in una scena quanto mai ridicola e che ho l'impressione di aver già visto in alcune immagini di Mordillo...

Ciò nonostante, la nostra agonia finì ben presto perchè la partita fu spospesa pochi minuti dopo il calcio d'inizio. Il mio amico era marcato a uomo dalla squadra avversaria a causa della sua rinomata pericolosità, e in seguito ad uno scontro di gioco il suo marcatore prese un colpo in faccia e iniziò a perdere un po' di sangue dal naso. Non si poteva continuare, il mio amico era il capitano, il fantasista, non si poteva permettere che venisse "infettato" da sangue estraneo. Lui era il piccolo re, l'elemento più nobile della squadra, il numero 10, e per nulla al mondo doveva essere infettato dal sangue del suo marcatore che gli stava così insistentemente appresso. L'integrità della squadra dipendeva soprattutto dall'integrità del capitano, e così ce ne tornammo tutti in albergo, anche se piuttosto delusi.

Qui ebbi ancora un'altra sorpresa. Scoprii che i genitori del mio amico alloggiavano nel nostro stesso albergo, ed ora erano già insieme ai miei genitori (dei queli erano molto amici) nella saletta tv dell'albergo. Ma ciò che mi colpì maggiormente era la strana postura che avevano assunto. Dai divani erano scivolati giù fino quasi a terra, ed ora erano tutti stesi sul tappeto, ammassati confusamente gli uni con gli altri, in quello che sembrava essere una sorta di processo di decomposizione... Gli arti degli uni sembravano essere quelli degli altri, così che si aveva l'insolita sensazione di vedere persone con braccia al posto delle gambe e viceversa.

Io e il mio amico restammo a fissarli sorpresi, mentre i miei genitori e i miei fratelli, i suoi genitori e sua sorella (sorella? non ricordavo ne avesse una...) se ne stavano lì tranquillamente, sorridendo calmi, mentre sembrava che i loro corpi andassero lentamente decomponendosi su quel tappeto in mezzo ai divani...
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