Discussione: Solitudine
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Vecchio 19-05-2010, 09.52.38   #15
Edera
Bannato/a
 
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Metto qui sperando di non andare troppo off topic.
Proprio ieri mi è capitato di riflettere un attimino su questo tema in un momento di solitudine. Come d'abitudine ero andata a fare una corsa fuori però non ero sola con me aveva il lettore mp3, quindi sempre una forma di rumore che distrae.
Stavo benissimo. Camminando tra la campagna ho provato degli stati di grazia, di unione con tutto quello che mi circondava, sentivo il cuore pieno e procedevo sorridendo da sola come i pazzi. Camminavo accarezzando le spighe, annusando gli odori, osservando i riflessi di luce lungo un corso d'acqua e continuavo imboccando stradine sempre più disperse.
Mi sentivo viva, piena, non c'era niente che mi mancasse era tutto lì davanti ai miei occhi.
Mentre ascoltavo quelle sensazioni e ogni tanto toglievo la musica dalle orecchie per ascoltare i grilli o il vento pensavo alla stranezza di quei momenti di grazia e al fatto che non sempre capitano e non sempre si riesce a percepire lo stesso grado di comunione con l'erba, con l'aria, col cielo. A volte ci si sente terribilmente soli e si ha bisogno di avere qualcuno che cammina con noi. Pensavo se sia utopico o meno riuscire in qualche maniera a programmare i momenti di quel tipo o a farli tornare in modo volontario così da poterli usare per sé stessi.
Pensavo al contrasto tra lo stato che avvertivo ieri e altri in cui mi sembra tutto di piombo dove faccio fatica a muovermi e alla possibilità di mediare un equilibrio.
Ho letto da qualche parte che per affrontare i momenti neri con un certo distacco bisogna imparare a staccarsi anche da quelli troppo luminosi in modo da diminuire l'oscillazione del nostro pendolo. Ma ieri a staccarmi da quelle emozioni proprio non ne volevo sapere, ero come una bambina di cinque anni che si immergeva nel proprio stato interiore come in un lago senza badare a nulla. C'ero solo io, mi sentivo e quel sentirmi riempiva tutta la mia coppa fino all'orlo.
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