Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Io direi tra il Se' e l'IO .
Che ne dici ?
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Nike vado cauta con le definizioni, per ora mi sto concentrando sul confronto di questo personaggio della tragedia, perņ mi piacerebbe capire meglio la tua tesi.
Ho trovato interessante la figura di Perseo. La sua visione dell'oggetto in riferimento al Sč.
Nei miti, come nei sogni e nelle fiabe, il Sč viene rappresentato anche dalla figura del Re.
Il Sč viene percepito come unificante degli opposti, di conscio e inconscio che invece in questo mito si differenziano.
Il mito tratta le origini, quindi gli archetipi, l'inconscio collettivo, ciņ che stava prima dell'individuale.
Si notano gli estremi, gli opposti in modo esasperato e inconciliabile. Il Sč unifica, Dioniso separa, differenzia gli opposti.
Anche se dici che non vi č soluzione eppure ci deve essere qualcos'altro che ha a che fare con "mescolamento".
L'importanza di questo mito ho idea che si trovi nel separare gli opposti per poterli vedere, capire, accettare, trovare ognuno il punto di equilibrio, poi nel mito di Apollo.
Perseo non č in grado di capire e accettare la natura dell'altro, del dio, egli lo sottovaluta o forsa sopravvaluta se stesso.
Dioniso invece č in grado di vedere questi opposti, la natura di Perseo e lo attira nella sua trappola.
Delle donne mi viene in mente che nel regno animale la madre uccide i cuccioli che non puņ sfamare, o sono malformati o in numero superiore per garantire comunque la sopravvivenza a tutti.
La donna che divora, anche il figlio, simbolicamente sembra un retaggio di questo istinto che si č perso, secondo me, con la funzione sentimento. Perņ la donna /madre divora psicologicamente il figlio anche adulto, non lo lascia libero, quindi una trasformazione di questo istinto su un altro piano.
Dioniso fa tornare alle origini, alla bestialitą istintuale rimossa con la civilizzazione, ma ancora inconscia, mescolata, perchč non differenziata.