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Vecchio 07-12-2007, 03.09.04   #1
jezebelius
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Predefinito L'esperienza con la musica

Qualche giorno fa mi è capitata una cosa alquanto strana ma per altro verso, forse, normale.
In questo periodo abbondo, si fa per dire, nell'ascolto di canzoni di Battiato.
Mi piace, talvolta, seguire, ma lo faccio comunque per la musica in generale, le parole, i testi, e cimentarmi nel canto.
Insomma ascoltavo " E ti vengo a cercare ", del cantautore che mi piace particolarmente.
Ogni volta cerco di sentirne le intense vibrazioni e mi pare che con questa esperienza ci sia riuscito.
Ho notato che c'è una particolare enfasi, con una chitarra mi pare, su almeno due passaggi che, forse, hanno una particolare rilevanza. Ma passo a quello che mi è accaduto.
Ero da solo, mi cimentavo nel canto ascoltando attentamente. Ad un tratto, pur con gli occhi chiusi, ho avvertito - ma farei meglio a dire " ero dentro " - una certa solidità. Non so come spiegare ma posso comunque richiamare, la stessa cosa la stessa esperienza, quando da piccolo avevo la febbre alta. Una solidità " geometrica" che vivevo, in quel momento, come attraversato da figure geometriche che si avvicinavano a forte velocità, o io che gli andavo incontro, e che ogni volta che per ognuna che mi attraversava ne percepivo la consistenza, la solidità, il linguaggio. Quando avevo la febbre, infatti, che si avvicinava ai 40° " vivevo" la stessa sensazione.
Un essere li ma al contempo in una dimensione altra, fatta di " solidi" ove anche lo spazio tra l'uno e l'altro era/è tangibile. Una sensazione inspiegabile e forse l'averla messa in parole riesce veicolare ben poco.
Ad un tratto, mentre ero immerso in questo " mare ", arriva quasi la fine della canzone. E' stato un momento particolare in quanto dovevo prestare attenzione alle parole per seguirle ma anche, nello stesso tempo, stavo vivendo su un altro piano. La sensazione finale è stata quella di essere catapultato oltre quel piano fatto di " solidi" in una parte ancora più Alta probabilmente o forse una continuazine di quella. Mi son trovato " staccato" dal corpo, pur sentendolo; mi son trovato in più dimensioni contemporaneamente pur sentendomi in queste; mi son trovato espanso in ogni "dove" ed in ogni direzione, pur avendo la consapevolezza che il mio corpo ( fisico ) era qui, sulla sedia. Le figure " solide" erano sparite, c'era il vuoto ma allo stesso tempo la pienezza.
Un " vuoto pieno" che non so descrivere. Un posto che forse è difficile da gustare di nuovo. Proprio, come dire, " E ti vengo a cercare "!
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”

Ultima modifica di jezebelius : 07-12-2007 alle ore 03.20.10.
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