Io dico che l'uomo raramente sceglie. Questo perchè presuppone che sia in grado di vedere almeno più di un'alternativa (e soprattutto metterla poi in pratica), quando invece già fa fatica a vedere quella singola...
La scelta persuppone libertà.
Se invece si vive nella legge dell'azione-reazione, ben poca libertà concerne, e si è "costretti"...
Spesso poi dipende da CHI sceglie. Può essere il mio egoismo a fare una scelta, oppure la mia vanità, o ancora la mia brama, la mia razionalità, il mio cuore etc... Il guaio è che la mia percezione sarà sempre quella che "io" (inteso come totalità) ho scelto... Certo, sempre di una parte di me si tratta, ma primo è veramente mia? E secondo anche se lo fosse, non sarebbe comunque il mio "io" totale (il quale si troverebbe quindi a subirla...)
La non scelta è una scelta?
Dubito. Il non rosso non può essere rosso.
Un animale non sceglie di riprodursi, vi è costretto.
Un uomo che vive nella non scelta, non può vivere nella scelta.
Ayn giocava con le parole fra "scegliere di scegliere" e "scegliere di non scegliere" (che è comunque una scelta) io invece parlo proprio di quando l'uomo non sceglie ma re-agisce in maniera meccanica... quando ad esempio si arrabbia. Quasi nessuno "sceglie" di arrabbiarsi, è solamente reazione, e il più delle volte appena sbollita la rabbia ci si pente... Quindi chi o cosa ha scelto per noi?
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