la pena XXV-XXVIII
XXV) Concorrono molte ragioni, o cittadini Ateniesi, a non farmi sentire depresso per quanto avvenuto, vale a dire per il fatto che mi avete giudicato colpevole: la cosa infatti non mi è giunta inaspettata e sono invece molto più meravigliato del numero di voti che definisono le due posizioni. Io infatti non mi aspettavo proprio che ci sarebbe stata una così piccola differenza, ma pensavo al contrario che sarebbe stata molto più rilevante. A conti fatti, come pare, se solo una trentina di voti fossero andati dall'altra parte, ne sarebbe derivata la mia assoluzione. A me pare dunque di averla spuntata con Meleto, non solo, ma una cosa almeno è chiara per tutti, che se Anito e Licone non si fossero fatti avanti per accusarmi egli, non avendo ottenuto la quinta parte dei voti, mi sarebbe stato debitore di mille dracme.
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