Discussione: Paura di essere felici
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Vecchio 31-05-2011, 09.45.36   #7
Edera
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Originalmente inviato da Grey Owl Visualizza messaggio
Ho scoperto che la felicità è uno stato dell'essere, quando il corpo è appagato e la mente tace allora sento la felicità che è una sorta di benedizione. Lo stupore nel vedere nascere mia figlia e la felicità di vederla crescere, la felicità è legata all'amore. L'amore in senso generale, amore per quello che si fa, amore verso i nostri cari, amore per le cose belle che ci emozionano come ad esempio un panorama. In quei momenti si è felici e non esiste il dubbio, si è felici e basta, appagati in tutto.
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Condivido questa tua visione della felicità Grey.
Anch'io ho intravisto in me due tipi di felicità: uno legato ad eventi esterni,mutevole ed illusorio che cambia quando cambia il vento.
L'altro invece ha più a che fare con uno stato di Grazia dell'essere e nasce dal fatto di esserci e basta.
Credo che il primo tipo di felicità sia un sentimento di amore edonoistico che rifiuta il dolore e si compiace solo di se stesso, una specie di droga come dici tu.
Il secondo è un sentimento che accetta anche la sofferenza e la morte senza scappare, vivendole come parte integrante dell'esistenza.
Il primo sentimento, illusorio conduce alla ricerca del piacere continuo oppure (una volta che ci si è resi conto della sua natura illusoria) al nichilismo più cupo e stagnante, io la chiamerei la felicità della natura.
La felicità della grazia invece per me è movimento, fluire senza bisogno di stimoli particolari, non si cerca più la perdizione nel piacere o nel dolore ma si rimane al centro, abbracciando tutto quello che viene incontro.
Forse sì ha anche a che fare con lo stupore, con la meraviglia nell'osservare ciò che ci circonda: un fiore, un uccello, un uomo che lavora, i fratelli, i genitori, tutto acquista un senso, un filo conduttore che ci collega con l'universo. Ecco forse la felicità è proprio questa, la sensazione di essere a casa, nel proprio posto nel mondo.
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