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Vecchio 28-03-2012, 18.57.49   #25
Cubo
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Trovo questa discussione interessantissima.
Non sono certo che il Folle sia ancora qui e legga, ma spero di non urtare la sensibilità di nessuno parlando in termini generali, e prendendo spunto dagli episodi raccontati con cosi' tanto garbo, leggerezza e autoironia.

Qui abbiamo dei corsi che palesemente sono fatti per gente a cui non interessa imparare. Infatti ci mettono uno che non sa insegnare.

Ne' i destinatari del corso ne' la società erogante hanno alcun appunto da fare sul fatto che il docente non sia in grado di seguire il programma, non sia in grado di mantenere l'attenzione e la "disciplina" in aula (ben difficile, trattandosi di gente a cui interessa la pura presenza).

Il docente stesso racconta le sue disavventure con una lievità che ho immensamente apprezzato.

Poi la società erogante interviene su una questione puramente formale, e il rapporto si interrompe. C'era già stato un altro momento di interruzione precedente, ma questo sembra definitivo.

Il docente non fa rimostranze, ma per motivi che non si capiscono bene viene "riassunto".

Ora, un abbraccio al Folle (che ha dimostrato una qualità vitale in aula, un legame personale con gli allievi, ed è roba che non si impara, si ha o non si ha) ma una domanda: questa avventura è o no rappresentativa dell'Italia, oggi? Di come noi viviamo rispetto degli impegni, onestà, obiettivi, qualità dei servizi offerti e ricevuti?

E se si': ma dove diavolo vogliamo andare?


[NOTA PER UNO: io il nome della società lo toglierei, eh. non ne escono benissimo]
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"I shall tell you the truth as seen by a perfect cube.
It may not be the truth of your dimension, but it is mine."

Ultima modifica di Cubo : 28-03-2012 alle ore 19.01.09.
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