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Vecchio 23-10-2007, 13.50.43   #12
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Si Griselda, spesso l'atteggiamento è quello e ripeto, il mondo è pieno di finti imprenditori che qualche secolo fa avrebbero fatto volentieri gli schiavisti e che alla fin fine dichiarano col loro agire anche quanto poco gli interessa del lavoro che fanno... nel senso che primo gli interessa guadagnare, non improta come e secondariamente del lavoro che gli permette di farlo.

Ma ci sono anche un sacco di imprenditori onesti che cercano di costruire qualcosa e gli piace quello che fanno, se poi si guadaga meglio.
Costoro han da difendendersi dalla miriade di "lavoratori" che non cercano altro che una tetta da succhiare e strapazzare, che non hanno voglia di lavorare, che sono attentissimi a diritti e pseudo diritti senza preoccuparsi minimamente dei doveri, che anche loro scelgono in base alla paga e non al lavoro... insomma gente che pretende garanzie enormi a fronte di nulla. Se lavori per qualcuno che tira fuori la tua paga (e la sua) anche dal lavoro che fai tu e tu non fai proprio o non fai bene quel lavoro poi come fai a lamentarti se l'azienda va male, magari scaricando tutte le responsabilità sulla gestione?

Imprenditore o lavoratore, se si è onesti e si collabora le cose vanno in un certo modo... il problema vero è quel percepire "l'altra parte della barricata"... come se il datore e il lavoratore fossero nemici invece che alleati per ottenere qualcosa... e questa percezione non la si deve solo (storicamente) alla tanto bistrattata categoria degli imprenditori (vedi sindacati).

Ripeto, a scanso di equivoci, non sto difendendo gli imprenditori, tutti gli imprenditori, sto solo cercando di equilibrare le vedute... difendo la gente onesta sia di qua che di la... e mi scaglio contro i disopnesti, che siano imprenditori (tanti) o lavoratori (tanti anche qua... forse di più).
Condivido in pieno e aggiungo che in quella piccola azienda ho imparato a lavorare perchè avevo l'esempio dell'amore per il proprio lavoro, ok c'erano cmq altre pecche perchè nessuno è perfetto...Quando hanno venduto per raggiunti limiti di età, ho notato la differenza proprio a fronte del rapporto che avevo vissuto precedentemente dove, per fare un esempio. insieme ci si muoveva per un obiettivo comune, io come se fosse mia l'azienda e loro verso di me come se fossi della famiglia. Successivamente lavorare con parametri diversi diventò una sofferenza nel vedere calpestati tutti i valori che mi erano stati trasmessi.
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