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Vecchio 24-06-2009, 15.43.34   #14
Uno
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
Per i periodi di accensione degli impianti di riscaldamento e le temperature minime e massime il riferimento di legge è il D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412: "Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10."
che divide l'italia in 5 zone climatiche a seconda della posizione geografica e stabilisce gli orari di riscaldamento e le temperature del riscaldamento che non possono essere inferiori ai 18° nè superare i 20° con una tollaranza di 2 gradi per questo limite massimo.

Esatto anche io avevo trovato questo
Quote:

Il problema è che per garantire il minimo di 18° anche a chi si trova nella posizione più sfavorevole rispetto alla caldaia, tipo i piani alti e più esposti alle intemperie, gli appartamenti più vicini alla caldaia possono avere anche 26° interni e lamentarsi per il caldo eccessivo.
E qui mi chiedo, se ragiono logicamente, ma se degli appartamenti devono avere 26 (anche 27 gradi ) perchè altri ne abbiano 18 non vuol dire che c'è qualcosa che non va nell'impianto?
Se la legge prevede quel massimo ma permette una tolleranza di +e- 2 (che praticamente sono un range di 4 gradi, mica poco) vuol dire che tecnicamente è possibile.
Ma se arrivo a 26/27 gradi perchè qualcuno ne abbia 18 stiamo parlando di un range di 9 gradi, che francamente mi sembra esagerato.
Anche in termini economici converrebbe installare degli elementi supplementari ai radiatori degli appartamenti più freddi.
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