Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Proprio non riesco a capire di cosa stai parlando Stefano, probabilmente un discorso diverso dal mio.
Io parlo di qualcuno che se ne sta tranquillo per i fatti suoi (per esempio un figlio che non ama/tollera certi modi di fare di un genitore) e di qualcuno che vuole a tutti i costi esser accettato, rispettato, considerato e in definitiva essere messo su un piano principale (esempio il genitore che ha questa "soddisfazione" da un figlio ma invece si accanisce con l'altro che non lo calcola).
Tu di che stai parlando?
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più o meno della stessa cosa.
nell'esempio precedente di un modus reattivo differente da quello da te indicato ma che comunque parte dal fatto di sentirsi "supposto padrone" di una determinata cosa (territorio o persone) e che di fatto la vedo come un tentativo forte di "imporre le proprie idee".
il "figlio che non lo calcola" addirittura viene visto come qualcosa da eliminare, da distruggere.
è addirittura peggio della dinamica da te proposta all'inizio.
Nel caso da te proposto c'è come un senso di colpa di fondo, mi verrebbe da dire una forma di eccesso "remissivo" nel secondo no, è una forma di eccesso diciamo "aggressivo",
almeno a mio parere
Il pensiero inconscio originario potrebbe essere questo (nel mio caso)
Ossia "sono nel piano principale" solo se elimino dal mio "territorio" quell'individuo che è in disaccordo.
in quello da te proposto è (per me) più o meno:
"sono nel piano principale solo se anche quel figlio che non mi calcola arriva a pensarla come me"
ma a mio parere in questa dinamica ricadiamo in tanti (sebbene con modalità non necessariamente così estreme)
è un conflitto di territorio (a mio avviso) fondamentalmente