Visualizza messaggio singolo
Vecchio 20-09-2008, 21.20.46   #1
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,693
Predefinito Un bambino che non si è sbrigato

Sapete che generalmente non copio contenuti interamente e non cito facilmente, ma questa volta lo voglio fare per dare risalto ad un fatto che ho scoperto solo ora a circa una settimana di distanza dal fatto.
Come spesso accade stavo cercando altro (o forse cercavo proprio questo) quando un post di un blog (http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html) ha attirato la mia attenzione, ve lo copio pari pari

Citazione:
Email che fanno male.

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago
Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.
Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:
• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.
Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.
Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.
Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.
Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.
Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.
Ho pianto. Dal dolore.
Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:
-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.
Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.
Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.
Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.
Firma.
Il fatto è, purtroppo, realmente accaduto, ce n'è conferma anche su un forum del Carrefour, inoltre la signora ha lasciato riferimenti sulla sua persona ad un noto blog che si è prefissato il compito di denunciare tutte le panzane online.
Non so neanche se serve commentare... volevo farlo sapere a più persone possibili.
Sono certo che non tutti quelli che lavorano in quel centro commerciale siano come quelle 3 persone, anche ammetto che 3 dipendenti (o professionisti ingaggiati per svolgere un lavoro) non sono e non rappresentano il centro commerciale, però la direzione di quest'ultimo ha il dovere di prendere provvedimenti affinchè queste persone si ricordino per tutta la vita quello che hanno fatto con la loro superficialità ed insensibilità e che se abbiano ancora l'occasione di trovarsi in situazioni simili stiano più attente, se non altro per non rimetterci se proprio non riescono a farlo per poter arrogare il diritto di chiamarsi esseri umani.

Dopo questa mail l'epilogo che dimostra invece l'umanità e la dignità di questa signora

Citazione:
Oggi ho parlato con Carrefour. Per la precisione con la Dott.ssa Augenti e il Dottor Brambilla, amministratore delegato di Carrefour Italia.
Abbiamo parlato, chiarito gli eventi (ho solo dato una descrizione della “signorina” per meglio favorirne l’identificazione da parte loro) e mi è piaciuta una frase dell’AD “Non vogliamo insabbiare il caso, ma farne un evento per far sì che non si ripeta e che tutto il nostro personale stia più attento”. Mi è parso un buon intento, che spero e mi auguro si traduca in fatti.
La telefonata in sostanza è stata molto cordiale. Io, a conti fatti, contro Carrefour non ho nulla. E non ce l’ho nemmeno con i tre poveretti (potrei dire molto peggio ma mi autocensuro) che probabilmente dietro le loro spalle hanno anche una famiglia da mantenere, che non deve certo risentirne delle cavolate che hanno combinato. Carrefour mi ha dato un carnet di alternative di risarcimento “morale” per Alexander. Purtroppo però non credo di poterlo ributtare in una situazione fotocopia di un avvenimento doloroso così presto. Anche la terapista e la neuropsichiatra concorderanno con me che le cose gli vanno spiegate e vanno interiorizzate, lui ha i suoi tempi, che sono più lunghi di quelli di altri bambini.
Su alcune cose però sono irremovibile. Voglio il nome del fotografo. Voglio parlargli, anche via email, non mi interessa il contatto fisico. So che alla richiesta di una relazione scritta sull’accaduto (richiesta da Carrefour) sia lui che l’altro hanno dichiarato che “non si sono accorti di nulla di strano”. Ecco, io glielo farei, gentilmente, notare a posteriori, con l’aplomb che mi caratterizza.
Un’altra cosa che vorrei, al posto di qualsiasi risarcimento nei miei confronti, è che Carrefour indicesse una raccolta fondi per un’associazione di ricerca che si occupi di studiare l’autismo. Grazie al cielo, mio marito lavora come un mulo per garantirci uno standard di vita dignitoso, non ho bisogno di omaggi, buoni sconto o di richiedere risarcimenti. Mio figlio è un bambino più fortunato di altri. La sua voce è stata sentita anche se le sue corde vocali non l’hanno fatta uscire. E so che aiutare gli altri sarà una cosa che da grande lo renderà fiero. Come rende orgogliosa la sua mamma, ogni volta che si veste in arancione.
Ho messo alla gogna il fatto e ci metto anche i tre tizi (i due fotografi tra l'altro hanno confermato quanto zombie sono)... ma dovrei aprire un post in premiazioni per la Signora Barbara.
Uno non è connesso