Discussione: Aiutare gli altri
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Vecchio 17-02-2008, 12.54.46   #2
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Da sbirciare per questo argomento questa dirscussione che è molto rivelatrice sulla questione.

Mi verrebbe da sintetizzare con il proverbio che dice "chi va con lo zoppo impara a zoppicare" che possiamo interpretare da un altro punto di vista e cioè io che son zoppo pretendo di insegnare a qualcuno a camminare bene ma poi succede che l'altro che non sa camminare e non sa come si fa si fida tanto di me che non sa e non vede che sono zoppo così accade che pure lui diventa zoppo e siamo in due a non sapere come si cammina, e nessuno dei due conosce se stesso.
E' una responsabilità enorme pensare di aiutare gli altri.
Molto spesso accade che è una nostra necessità per sentirci utili, necessari, a volte indispensabili, ma in realtà se non ci viene chiesto aiuto non Dobbiamo intervenire nella vita altrui altrimenti sarebbe come volerla possedere e gestire e controllare.
L'Amore di una Madre è quello che insegna a vivere, lascia andare il figlio pur sapendo che sbaglia, che potrebbe fare meglio, in fondo Dio cosa fà? Ci lascia vivere....
Anche un consiglio non richiesto non è utile, anzi, come diceva Red altrove che è una sacrosanta verità, a volte fa si che l'altro si chiuda e cominci addirittura a mentirci per non essere invaso ulteriormente. Si perchè pretendere di sapere e potere aiutare gli altri senza che ci vengo richiesto in maniera esplicita od implicita non è altro che un invasione, una conquista del territorio che non ci appartiene. E' un bisogno tutto nostro. Una conferma che cerchiamo nell'altro che non sappiamo o non abbiamo la forza di ricercare in noi stessi.

Quando una madre giusta e saggia dice al figlio che sta punendo duramente che fa più male a lei che a lui dice il vero.. perchè amare e dare disinteressatamente, cioè puliti da ogni bisogno personale, vuol dire spesso soffrire e avere un attrito dentro micidiale che vorremmo mettere a tacere con buonismi e abbracci e baci.
In realtà credo che il bisogno di aiutare gli altri ad ogni costo derivi dal fatto di non voler sentirsi male nel senso di colpa, dal bisogno di sentirsi buoni e poi sentirsi a credito verso gli altri. Insomma non è disinteressato non voler soffrire, fare la cosa giusta fà male all'importanza personale.

E poi bisogna riflettere su una questione che è della massima rilevanza in questo caso e cioè se conosciamo davvero così tanto l'animo umano e noi stessi da poterci permettere di pensare di poter salvare qualcuno.

Chiaro che non dobbiamo essere rigidi su questa cosa, anzi, dobbiamo esser capaci di riconoscere chi ci chiede ma sempre con l'umiltà del confronto e non dell'onnipotenza altrimenti non aiutiamo nessuno, neppure noi stessi.
C'è chi ci dice "dammi un consiglio" e chi ci dice "aiutami" allora certo che non ci dobbiamo tirare indietro ma sempre mantenendo la responsabilità di ciò che facciamo e diciamo, osservando se ci scappa dietro qualcosa ... e se ci scappa, pazienza se poi la osserviamo e la facciamo nostra è stata una collaborazione insieme all'altro alla ricerca dell'animo umano.

Ciò che ho scritto, mi scuso se è molto lungo, lo ripeto a me stessa.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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