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Vecchio 08-02-2009, 22.25.59   #57
nikelise
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Ma Filo, le polemiche se a volte portano con loro l'amarezza, non è detto che non se ne possa discutere. Detto ciò sei libera di cancellare il messaggio, ciò non toglie, però, la base del confronto.

Non posso, almeno per quanto mi riguarda, parlare di certezza. Non ne ho rispetto a questo tema ma cerco di basarmi sui dati che ci sono.
Devo dire una cosa. Qui non si vuole e non si sta calpestando i sentimenti di nessuno ma anzi si cerca di capirne e sviscerarne le ragioni, come in questo così in altro, e nessuno sta dicendo che il padre non provi dolore. Si sta dicendo altro che mi pareva gia chiaro prima: si è stancato, forse anche de dolore!

Per quanto mi riguarda il concetto di accanimento terapeutico è flessibile se posto in relazione al progresso che ha fatto la medicina in questi anni. Prima la terapia della ventilazione assistita era preceduta, ad esempio, da consultazioni, ci si chiedeva se ra il caso di adoprlarla o no e fino a che punto per evitare danni al sistema respiratorio. Per farla breve, oggi tali consultazioni non ci sono ed il medico procede quando è il caso ossia come ha ben posto - e risposto - Ray.
Il caso, appunto, comprende dunque l'attivare e l'applicare quelle soluzioni terapeutiche che potrebbero portare risultati, se pure minimi, ad una eventuale guarigione del paziente.
Un cambio della sua condizione, se pure graduale, di malato.

Accanimento, pertanto, cosa che mi pare sia stato detto anche se non esplicitamente nei precedenti interventi prima di una definizione più o meno ufficiale da parte di tutti, o anche " terapia futile " da un certo punto di vista giacche inutile ( continuare se non si hanno risultati, sia per il "bene" del paziente e sia della famiglia e del difficile rapporto che c'è tra i due col medico ).
Insomma in questo caso poiché si tratta di " nutrire" una persona, se pure in quelle condizioni, non è, il nutrire appunto, definito come accanimento, inutile o futile. Stai nutrendo una persona semplicemente perchè, da sola, non lo può fare. Come un bambino prima che impari a farlo da solo. la differenza è che sta in un letto!

Per riprendere l'intervento di Nike, in relazione a ciò che ha detto.
In fondo c'è si una Sentenza da parte del Tribunale e quindi dei Giudici.
Le Sentenze, dal punto di vista umano e del nostro Ordinamento vanno rispettate, dando loro, per conseguenza, esecuzione.
Ma quella che pare una chiara volontà, in questo caso del malato, è volontà presunta. E su tale presunzione si basa la decisione.
Possiamo dire che quella era la volontà "reale" di quella ragazza? Se poco prima di schiantarsi avesse cambiato idea e non avesse avuto il tempo di dirlo alle amiche?
Insomma c'è una bella differenza tra volontà presunta, anche se questa si dovrebbe avvicinare il più possibile a quella reale, e per l'appunto quella sostanziale, della persona di cui si parla.
In secondo luogo, una tale volontà, ripeto, presunta, poichè volta all'interruzione del nutrimento - in quanto la sentenza mi pare dica che si può fare - è in attrito col nostro Ordinamento poichè, ad oggi, non si prevede alcuna legge tale e capace di disciplinare la questione e per questo di attribuire delle linee normative per i casi specifici.
Il Giudice avrebbe dovuto dire poichè la legge non c'è, tale volontà, se pure ricostruita il più possibile a quella sostanziale e per questo più o meno rispondente alle volontà del malato, non può trovare applicazione nel nostro Ordinamento dato che manca la disciplina normativa!

Credo che se da un lato sembra arrogante e crudele un certo modo di porsi nei confronti del padre può sembrare, al medesimo modo, arrogante e crudele un modo di porsi al contrario non considerando il dolore, che ci potrebbe essere, della e per la ragazza!
Se dovessi scegliere tra salvare il padre dal suo dolore e salvare la ragazza dalla sua sorte...la scelta sarebbe scontata!

Con ciò nessuna polemica, siamo qua per parlarne ma certo cercherei di non attribuire una così tanta valenza alla decisione del tribunale poichè un qualche dubbio su come l'Ufficio ha raccolto le testimonianze c'è e c'è ancora e poi stiamo parlando "uomini", e non potrebbe essere altrimenti nella dimensione in cui, il Tribunale, opera e ci troviamo.

Se per un verso devo fare, io medico ma anche società, tutto il possibile per salvare una vita, per l'altro devo avere il coraggio, talvolta a mezzo dei giudici ma prima ancora con le leggi, oltre che valutare le situazioni caso per caso, cercare di non passare da un estremo ad un'altro.

Per concludere Filo, è gia lungo, non per fare l'avvocato difensore di Sole, che per altro si basa su quel che ha detto Uno precedentemente, mi sa che hai interpretato male. Ciò che veniva prospettato era altro ossia una provocazione.

Grazie a Shanti che ha postato il link. La testimonianza è ciò che stiamo cercando dire in altre parole!
Solo per dire che tecnicamente la volonta' di Eluana non e' presunta , quella e' la sua volonta', quella accertata dal Giudice a mezzo di prove .
Poi si puo' dire quello che si vuole che i giudici sbagliano che i testimoni mentono ecc.
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