Discussione: Neo mamme
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Vecchio 25-09-2007, 17.12.20   #6
Elle
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Prendo spunto dal'esperienza che Elle spontaneamente ci ha donato.
La sua lucida analisi ci permette di tracciare una mappa, ora prendo il cambiamento, poi vediamo il resto a puntate.



Dal punto di vista psicologico è una tappa che ci troviamo ad affrontare tutti nella vita, uomini e donne anche se in settori diversi. Si finisce di essere bambini per diventare adolescenti, si finisce di diventare adolescenti per diventare adulti, si finisce di diventare studenti per diventare lavoratori, figli per genitori, etc etc.....
Ma siamo proprio sicuri che nei riti di passaggio si debba perdere lo stato in cui si era prima? Se divento genitore smetto di essere figlio ?
Perchè?
Qua c'è qualcosa che sebbene affrontiamo dal punto di vista della gravidanza ci rincorre per tutta la vita in ogni cosa che facciamo, ora sto scrivendo, sono Uno quello che digita, fra 2 minuti ho finito e mi alzo sono Uno che cammina, certo devo mettere in parte quest'Uno che ora sta digitando eppure egli è sempre dentro di me, quando avrò bisogno di digitare nuovamente lo ritroverò. Questo nel "piccolo" avviene sempre e con naturalezza, nei ruoli grandi, tematici ci areniamo... non siamo capaci di passare ad uno nuovo senza tagliare il vecchio. Poi qualcuno con il tempo lo recupera, con fatica... quello che era naturale ci costringe a imparare. Sarebbe positiva la cosa se si facesse una sorta di tabula rasa del vecchio ruolo e forti dell'esperienza si iniziasse qualcosa di nuovo, invece due sono i principali impedimenti: la nostra voglia di risparmiare le forze e i punti di riferimento che fanno riconoscere quel ruolo.
Esempio: se sono figlia e divento madre, non avendo energie abbastanza (questo è un punto importante) devo per forza mollare per un periodo variabile il ruolo di figlia, ho bisogno di tutta la mia forza per imparare ad essere madre. Passato il periodo di assestamento è possibile (non certo, dipende da vari fattori) che io voglia anche recuperare il ruolo di figlia, ma a questo punto anche se io ho fatto una tabula rasa e volessi ricominciare più o meno da zero devo "scontrarmi" con mia madre, per lei non è cambiato nulla, lei continua a vedermi uguale, spesso non accetta ed ostacola il cambiamento perchè costringerebbe anche lei a cambiare i termini della relazione.

E' un concetto importante questo, qui lo affrontiamo come spunto sul passaggio a mamma ma non è esclusiva delle mamme.
Hai detto bene, la vita impone come crescita l'assumere nuovi ruoli e aggiungi tu saper conservare i vecchi come base da cui partire senza annullarla (cosa ardua)e questo non accade solo con la maternità e quindi con il ruolo genitori/figli ma anche con il proprio compagno/a nell'arco di un'esperienza comune o anche con gli amici.
E' capitato più volte nell'arco della vita di non incontrare solo la mia resistenza al cambiamento, ma una volta accettato esso l'aver incontrato la resistenza di coloro che avevo o ho accanto.
Per forza di cose il nostro cambiamento pone un cambio di relazione o invita alla rivisitazione dei rapporti.Dunque l'ostacolo!!..a cui non sempre sappiamo far fronte perchè un qualunque rapporto umano è l'interrelazione di due soggetti con la propria individualità e la scelta individuale o meno di evolvere.
Spesso tali rivisitazioni si concludono con la rottura dei rapporti, nel caso di un genitore ciò sarebbe quasi improponibile ma improponibile per alcune persone è anche accettare il cambiamento degli altri e quindi un cambiamento anche della propria sfera emotiva e psicologica e quindi il rispetto di essa. Che fare se l'altro ci obbliga a passi indietro col proprio comportamento?E' giusto accettare la resistenza dell'altro e viverla come dato di fatto? O...??Ci saranno vero degli oppure?
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