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Vecchio 09-09-2009, 00.24.32   #6
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Concordo abbastanza con Sole e Kael, però si può anche vedere la cosa da un altro punto di vista... magari si arriva alla stessa conclusione, ma si arricchisce.

Voler essere indispensabili nasconde la paura di non servire a niente. Possiamo, nelle fasi iniziali del nostro cammino su questa palla di fango, avere la sensazione di esistere, ma il dato di fatto non da il perchè. Abbiamo quindi subito bisogno di servire a qualcosa. Questo bisogno può muovere alla ricerca di un senso... e questo unito all'inconsapevolezza in cui nuotiamo, genera la proiezione verso un ruolo. Ed ecco che cerchiamo un senso nello servire a qualcosa, meglio se qualcuno. In un certo senso è rubare esistenza, appoggiarsi... il nulla è sempre lì dietro l'angolo che ti soffia nell'orecchio, finchè non riesci a fondare l'esistenza sull'essere. E ce ne vuole...
Senza togliere nulla alle altre risposte (grazie a tutti), io credo che il centro (per me) sia qui, nelle parole di Ray . Il ruolo che ci prendiamo (nel lavoro, nella vita) diventa un surrogato dell'essere, perchè non lo conosciamo, non siamo in grado di guardare a lungo dentro di noi , il rischio è quello di trovare un vuoto che non siamo in grado di reggere.. il ruolo che ci prendiamo diventa lo scopo, l'esistere per.. ed ecco che se viene a mancare per qualsiasi motivo annaspiamo.
Sono d'accordo su quanto dicevano anche Kael e Sole, sul discorso del possesso, della superbia e del voler essere ricordati per esistere...li vedo pero' come effetti di quel ruolo che ci prendiamo e che non vorremmo mollare...

ps: Stella mi dispiace per la tua crisi, spero che tu possa risolvere
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