Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Se ci metti un pò di impegno nel cercare di capire non vedo perchè qualcuno debba sfinirsi.
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Apro qui per riproporti la mia domanda Uno. Mi sono chiesta cosa sia l'impegno e per intanto mi sto impegnando a porre la domanda nel modo giusto e nel posto giusto, spero che così vada bene, altrimenti riprovo in maniera diversa.
In genere il mio orgoglio mi fa lasciar perdere chiudendomi ma stavolta voglio tentare fino a quando non trovo il modo giusto per guadagnarmi la mia risposta.
Mi sono chiesta cosa vuol dire veramente impegno, visto che io penso di mettercelo tutto ma tu dici, a me e non solo a me, che non è abbastanza.
Una delle prime cose belle e utili che ho imparato osservando Ray qui in forum è cercare l'etimologia delle parole, la loro origine e radice da cui si trae il vero significato del termine.
Impegnare vuol dire promettere di fare ogni sforzo per ottenere quello che non è in nostro potere.
Quindi quando si mette impegno in qualcosa si tiene conto che non abbiamo potere su quella cosa che ci interessa, non è facile da raggiungere, però occorre fare uno sforzo per andare oltre le proprie possibilità, quelle che si conosce di avere. Poi è possibile che dopo lo sforzo ugualmente non si riesce ma almeno si è provato ad andare un pò oltre il nostro limite che spesso è solo mentale, cioè siamo convinti di non riuscire perchè abbiamo conosciuto quel limite. La mente è pigra e tende ad accontentarsi di quel che ha già come esperienza in memoria. La mia mente non è diversa da tutte le altre menti, è pigra e inizialmente vorrebbe non fare alcuno sforzo per superare quel limite che già conosce, ma poi il senso del dovere, l'orgoglio, la spinta interiore o la volontà ad andare oltre mi fa trovare l'energia necessaria per l'impegno.
Certo è che io me la sono presa un pò perchè mi sono sentita rimproverare la pigrizia, il voler sfruttare le capacità altrui e cose simili. Mi sono chiesta se fosse vero.
Devo dire che quando ero bambina non volevo fare le ricerche assegnatemi da scuola da sola, volevo che qualcun altro le facesse al posto mio. L'ho già raccontato l'episodio di mio padre che mi picchiò per questo ed io andai a rifugiarmi dalla nonna.
L'encicolpedia di casa era per un livello di gran lunga superiore ai miei 6 o 7 anni, però è pure vero che la testa l'avevo al gioco e non volevo saperne di quel tomo grande e pesante scritto piccolo e difficile da capire, se c'era mia sorella che spiegava e capiva così bene poteva anche scrivere al posto mio! Non avevo una grande voglia di fare i compiti a casa, imparavo solo ad ascoltare in classe, a casa volevo solo giocare, estraniarmi dal mondo che mi sembrava opprimente.
Oggi è diverso, sono piena di responsabilità e certo non mi tiro indietro dai miei doveri, non delego nessuno al posto mio a far le mie cose, spesso faccio anche le cose degli altri. Ho un forte senso del dovere e cerco di ricambiare sempre quel che ricevo in ogni modo, non mi piace allungare solo un braccio per prendere.
Dovrei essere serena con me stessa visto che so di metterci impegno nel capire. Mi piace elaborare, mi sento frustrata quando non capisco pur avendolo spiegato.
Allora perchè mi sento ferita da questo rimprovero? E' come se mi avessi dato uno schiaffo, lo stesso che mi ha dato quella sera mio padre. Razionalizzare non mi basta per capire. Ipotizzo un inconscio desiderio di sfruttare l'altro, compensato da un forte senso del dovere che copre la macchia.
Ora Uno,si è già verificato con Ray nel 3d del Cavalluccio, proietto uno schema genitoriale per la seconda volta, però quello che mi preme sapere è se veramente tu mi stai personalmente rimproverando di non metterci impegno nel capire ed io non me ne accorgo.
Questo per me sarebbe molto grave. Vorrebbe dire che prendo in giro me stessa con la falsa idea dell'impegno.
Aria fritta insomma e non mi piace, però se dovrò bere questo calice amaro lo farò.