Discussione: abbraccio
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Vecchio 24-11-2010, 23.37.12   #11
dafne
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Visto che quest'immagine, questa persona, rimane lì a fissarmi appoggiata agli stipiti di ogni porta ho provato con l'immaginazione attiva.
Neanche tanto ragionata dirò, ho cercato di lasciarlo fare e asta perchè a calore in questi giorni funziono come le luci a intermittenza di certe decorazioni natalizie.

Oggi ad esempio casca l'occhio sulle gambe di un uomo davanti a me sulle scale mobili e SBAM! lui è li di nuovo davanti a me al posto suo.

M'è partito un calore bruciante da dietro le ginocchia che si è esteso fino ai piedi prima e alle gambe poi.
Scottavano come ustionate e poi ho avuto caldo e basta e ho inizato a sudare. C'è voluto un pò perchè si sfiammassero le gambe. Momenti mi devo togliere anche il maglione...
Ieri sera invece mi sfogava la faccia anche se ho dato colpa all'aria fredda, avevo passeggiato, e poi alla stanchezza.
Ma il caldo da stanchezza (tipo quando mi avvampano le orecchie) è un pò diverso. Credo. Uff, ormai non sò quasi più nulla, qualcosa si stà sbriciolando e non sò neanche se ho paura.

Bon, deliri a parte, prima me lo ritrovo di nuovo davanti, il piccolo dormiva e mi sono concessa di lasciare che il film fluisse,

Niente diceva, mi guardava e basta e la mia mente via a scrivere parole..non avevo la musca a drogarla. Poi però ho cercato di vedere nei suoi occhi e ho percepito subito la mia difesa.
E' come se alzassi un muro di amianto e sono sicura che se volesse potrebbe comunque passarci attraverso ma non lo fà.

Dopo un pò sempre nello stare fermi (bon quasi, io ho tracciato la diagonale della camera a passi fino a farci il solco) mi sono arresa e a dirgli che non lo sò, che non sò cosa provo. M'è venuto caldo.

Non voglio sentire cosa provo.
Non ha importanza, mi dice, va bene comunque, qualsiasi cosa sia.

Mi si riempiono gli occhi di lacrime mentre qualcosa di simile alla vampa del sogno sopra, anche se più mitigata, mi sale su.

Cerco nel suo "va bene così" un appiglio ma scivolo, và bene così davvero, non ha alcuna importanza dare un nome alla cosa nè capirla ora.

Mi sento come se potesse vedere qualcosa, qualcosa che io non posso assolutamente accettare che veda. Ora stò razionalizzando ma nella frazione di un secondo mi sono sentita così terribilmente imperfetta, così tutta scombinata e questo mi separa, da lui, da me. Non lo accetto. Lo sò perchè delle sue sole altre parole che ricordo prima di risollevare il muro sono state "essere imperfetti non è mica un reato".

Stò cercando adesso di modificare i miei pensieri, non è una cosa terribile arrendersi anche se lo sò che lo vivo così, ma mi devo rassicurare, come nel sogno.

C'è una parte del processo che è tutta mia e che è rassicurare quella parte che ha in mano la chiave della porta d'amianto.

Ovviamente ora ho caldo alla testa e la sento compressa, come se avessi la pressione troppo alta...
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