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Vecchio 20-03-2008, 23.30.06   #19
griselda
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Se non capisco poi mi arrovello, io ho sempre pensato che i bambini privi di drammi ancora (sempre che si nasca senza predisposizioni) essi subiscono i drammi per amore ( so fissata ma non so come descrivere diversamente la disposizione che hanno i bambini a farsi plasmare) e vivono poi quelli che gli imprimono i genitori, che pare si alternino. Trasmettono ai figli non solo geneticamente ma anche proprio attraverso i loro drammi.
Poi i drammi oramai una volta instaurati a nostra insaputa prendono il via e si recita sempre quella parte e se non ci si fa caso li ripetiamo all'infinito.
Diventando un modo per nutrirsi che davvero mi fa una pena infinita pensare a cosa è l'uomo e cosa fa per nutrirsi senza neppure rendersene conto. Credo che chiunque se, se ne rendesse conto ed avesse la possibilità di fare altro lo farebbe.
Invece è un circolo vizioso, ma ancora non l'ho individuato bene è ancora vago in me. E sinceramente faccio fatica a capire, perché anche chi si mette sempre a disposizione come ho visto per esperienze personali, poi arriva al punto che scoppia e si riprende quanto dato con il resto. Non è un dare puro ma è un accrescere il bisogno di sentirsi importanti e si pretende dall'altro la sottomissione in cambio di questo dare e funziona sino a che l’altro sottostà.
Chi prende sempre si deve per forza sottomettere e poi anche lui per esasperazione scoppia e si riprende la sua sottomissione tutt'ad un tratto. Non so forse faccio confusione, ma ripeto non mi è chiara questa parte dei drammi.
Poi ognuno mi pare sia spinto dall’idea che ha di se stesso. E’ come se avessi imparato automaticamente a fare questo e “non so e non conosco altro” modo che poi è questo modo che ci fa pensare di essere questo o quello.
Non so non è chiaro.
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