Discussione: piscina
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Vecchio 08-02-2011, 10.30.09   #8
dafne
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Mi è venuta in mente l'altra piscina, grazie Ray, quella dove si discuteva sui braccioli si o no e la voce fuori campo diceva che il problema non era l'acqua ma il fuoco...uhm...chissà se c'è attinenza e in che termini.

Fin'ora sono riuscita ad associare l'acqua (in generale) all'inconscio e alle emozioni ma sulla stessa linea non so dare uno spazio al fuoco. Per la terra considero la vita pratica, il quotidiano, le azioni vere e proprie, consce.
L'aria continua a rimanermi come conduttore, trasportatore come il liquido ma essendo impalpabile la lego di più ai pensieri.

QUindi un mondo tangibile che è la terra, un mondo sommerso che è l'acqua (ma pur sempre tangibile) e l'aria a veicolare forse, dico forse, i pensieri, le informazioni.
Naturalmente il fuoco mi scappa, come se fosse un concetto che non ho per nulla assimilato, dovrebbe essere l'enegia, il Movimento, che scalda l'acqua (e l'aria) rendendo fertile la terra.

Nella mia esplorazione dei liquidi e delle loro caratteristiche mi sono avvicinata al calore, a come si propaga (in bene tre modi ) in questa piscina devo entrare in un liquido ma non posso perchè ancora "perdo" e non voglio spocare l'acqua dove gli altri nuotano.

Questa perdita di sangue potrebbe essere si una ferita ma credo che Suby stia cercando di porre l'accento non tanto sulla ferita in sè ma sul fatto che finchè stò vestita, cioè resto nel mio mondo, neanche me ne accorgo, è il doversi relazionare con gli altri che mi mette nella condizione di vedere che c'è una perdita che non posso tamponare perchè comunque il sangue nell'acqua si vede.

Anche la sostanza vischiosa mi sta addosso come un vestito, una guaina elastica, tant'è che non ho più tratti fisici. Il nontiscordardime se rimanda alla Memoria apre un altro capitolo problematico della mia vita. Dimentico tutto ma ho una memoria che, se concentro bene, funziona eccome oltre al fatto che è una delle poche cose che è sempe emersa quando ho interpellato tema astrale, mani e quant'altro. Memoria di ferro. Ma non mi ricordo cos'ho mangiato ieri o cos'ho fatto sabato sera. Finisce tutto in un buco lontano che non riesco mai a raggiungere, come non vedo quello che scrivo con quelle tre dita.... vabbeh un pò di cose sono emerse, contino a restarci su.

Una cosa è sicura, un paio di occasioni nei mesi scorsi mi hanno messo di fronte a delle scelte che un anno fa non avrei affrontato, piccolissime cose eh, come rinunciare a un aiuto o accettare di ribattere a una persona a cui tenevo tanto tantissimo, credevo di morire nel mentre ma non sono morta e ne sono rimasta, stupidamente, persino sorpresa. Fatti come questi mi sono capitati delle altre volte nel passato ma a grandissime distanze uno dall'altro e con risultati più o meno completi (certe volte poi sono andata a recuperare la rottura o non ho dato il secondo taglio, quello che pare una sorta di, scusate, rinculo).

Questa sensazione si stà facendo forza in me, non morirò, non nel senso fisico o peggio di iniziazioni e annessi, intendiamoci, ma quello stato d'animo che ti fà sentire come se stessi per fare quella cosa che ti taglierà fuori dal mondo per sempre e non potrai mai più mettere le cose a posto, ne morirai, punto.
Immagino che ci sia un fatto che ho pecepito come tale, lo immagino dai rapimenti e dai pezzi di corpo umano che mi son trovata da mangiare ma magari invece non è un fatto accaduto ma un rifllesso vissuto, un modo di accogliere la vita che ho ereditato...non sò ci devo pensare, ma moltissime delle giustificazioni che avevo per non-fare stanno avvizzendo come fiori sui rami perchè tanto, lo sò, nessuna delle cose che ho paura di fare riuscirà ad uccidermi, anzi, è il continuare a non farle che sta uccidendo quella parte di me che potrebbe vivere davvero.

Bon ma stò partendo per la tangente adesso, mi fermo
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