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Vecchio 19-03-2009, 13.23.14   #5
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
come sempre hai centrato buona parte dei problemi

E' ovvio mi pare che ho solo riportato delle definizioni che ho trovato piuttosto semplificate. In realtà il tutto è partito, apunto, da una curiosità generata da un nome e mi si è aperto un vasto mondo (di termini complicati ) che mi ha incuriosito.

Ti dico cosa vorrei che magari facciamo prima al di là delle differenze basilari tra le varie patologie mi incuriosisce capire qual'è l'elemento scatenante, la sindrome di Edipo ad esempio non mi spiego come possa scatenare la fobia dei ragni (anche se molto probabilmente è una definizione ridotta all'osso) perchè su una coaa sono particolarmente daccordo con te, siamo tutti un pò nevrotici...poi però entra in gioco un fattore personale che è il notare come, in me queste fobie (ma anche la paranoia, almeno da quel pò che ho letto) si siano acuite parecchio in quest'ultimo periodo facendomi notare come maggiormente entro nel profondo (presumo si possa parlare di inconscio) maggiormente ho questo..riflesso. per cui mi incuriosisce molto questo legame tra le due cose.

Non so come procedere a stò punto, se aprire in nevrosi e provare a capirne qualcosa o aprire un 3d sulle paure rendendo il tema un pò più personale (tra l'altro mi pareva di aver letto qualcosa su paure e fobie tempo fà ma non ricordo se era in psicologia)

Attendo un consiglio
Per le paure e fobie c'è un tread si... lo cerchiamo e lo tiriamo su. Per le nevrosi si può aprire. Per i ragni, mooolto grossomodo, prova ad immaginare una persona che vive costantemente nella paura del padre (ad esempio) e questo diventa invalidante, le rende impossibile vivere, se magari per l'età non se ne può andare. Ecco come può accadere che per salvarsi momentaneamente un mecccanismo di difesa sposti il vissuto dall'oggetto ad un archetipo (il ragno) che già di suo accoglie paure e che magari ben rappresenta la parte del padre (sempre esempio) di cui ha paura. Questo tra l'altro permetterà in seguito di lavorarci su senza andar fuori di zucca (non tanto almeno).

Per l'acuirsi di sintomi in alcuni determinati passaggi dell'esplorazione personale ti dico che è assolutamente normale. Tra l'altro non è detto che si acutizzino, potremmo essere noi che vediamo meglio (in realtà di solito sono entrambe le cose, dato che guardando stimoliamo)... solo che non parlerei di sintomi (che sono parametri diagnostici) nè menchemeno di quadri patologici (come la paranoia eccetera) ma parlerei di meccanismi e userei termini come paranoia e simili in senso ampio, quasi popolare, solo se servono per capire e inquadrare.

PS: è facile, in un percorso psicologico, passare per varie convinzioni di avere tutto. Non dico che non è mai così, ma spesso non lo è. Questo perchè, per parlare di un dato disturbo si deve guardare tutto il quadro dell'individuo e le preponderanze dei meccanismi, mentre quando ci occupiamo di unn pezzo di noi e focalizziamo la vista su quellla parte ci pare un tutto... ma solo perchè per guardare bene perdiamo momentaneamente di vista il complessivo.
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