Discussione: Tolleranza reciproca
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Vecchio 24-06-2007, 02.34.22   #12
jezebelius
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Citazione:
Originalmente inviato da cassandra Visualizza messaggio
Credo si possa diventare tolleranti se non lo si è di natura..
Citazione:
Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Io la vedo al contrario, cioè si tollera esattamente ciò che non si comprende.

Se sono costretta a tollerare non comprendo, non ne faccio parte, è qualcosa lontano da me per cui non posso prenderlo con me. Ma lo tollero, e se lo tolloro lo identifico diverso. Se lo vedo diverso ecco che non lo comprendo in me.

Non è la comprensione che aiuta a tollerare, secondo me è l'inverso .. e se c'è comprensione non esiste più la tolleranza.
Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Provocazione:

Tollerare = sopportare

Si sopporta ciò che si considera un male...
Citazione:
Originalmente inviato da moonA Visualizza messaggio
Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, I'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportaibile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno (Mohandas Karamchand Gandhi)
Sono d'accordo che la tolleranza può essere sia un peso, non necessariamente da considerare in maniera negativa - negativa o positiva poi dipende dai punti di vista però - ma anche accettazione ( caso mai si accetta un punto di vista pur non attribuendo a questo una validità; in questo senso forse Ray intende ciò che si considera un " male" )
E' vero che chi " tollero" lo accetto per quello che è ma non è detto che lo veda uguale cosi da comprendere le sue ragioni.
Faccio un esempio.
La tolleranza e la, conseguente, intolleranza religiosa: Islam e Cristianesimo.
I Cristiani " tollerano" gli Islamici e viceversa. In ogni caso vi è una delimitazione dell'ambito religioso, fino ad un certo punto.
Continuerei cercando poi di analizzare il " pensiero" che MoonA ha postato anche per vedere di trarre altro; pure qualche collegamento.
Si parte, secondo me, da una consapevolezza e cioè che il pensiero, la visione di un certo fatto è diviso, su una data cosa o su un oggetto.
Pertanto, proprio perchè è diviso si avranno delle verità parziali. I punti di vista saranno molteplici, frammentati.
Proprio perchè parziali, questi frammenti di verità non sono l'interezza e quindi poichè è difficile vedere l'intero l'unica cosa che si può fare è il " sopportarsi", anche se è "male" nella misura in cui noi si reputa ciò che abbiamo come più idoneo di un'altro punto di vista, in modo tale da, almeno, creare una base, un presupposto, per ciò che, come dice Red, è una fase precedente al riconoscimento di noi negli altri.
Infatti Cassandra dice bene secondo me in quanto anche chi non è tollerante, o almeno non lo è stato fino ad ora, lo può essere, può accettare, appunto, fino a sopportare un peso individuando un limite, oltre il quale limite o vi è una comprensione o una rottura.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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