Discussione: il contadino
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Vecchio 23-07-2007, 11.50.39   #2
jezebelius
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio

Ci vedo dentro il cammino di ognuno, che deve esser fatto soli se si vuole superare le paure e gli ostacoli sulla via.. ma non arrivo a capire il campo e la pioggia. Come se un campo arato infangato impedisse il passaggio e l'inizio del cammino.
Mi pare da come lo descrivi che l'inizio del cammino debba esser fatto in determinate condizioni e non in altre.
Infatti se piove troppo ( energia ) ed il campo è arato ( tu ) non si ha comunque il giusto equilibrio cosi da poter camminare.
Insomma " prima " che venga a piovere - quindi forse un'afflusso energetico maggiore - ci si deve incamminare in su per la montagna, appunto via, dove i pericoli ci sono ma con la determinazione possono essere superati.
Una volta arrivata al punto di ristoro ( è ovvio che ognuno ha i suoi " tempi " ma alla fine si aspetta tutti insieme ) che mi pare indichi una maggiore "trasparenza " ( con vetrate appunto ) ed anche, forse, un cambio visto il colore
E' ovvio che senza il contadino, quale guida, sarebbe stato molto difficile. infatti senza il suo consiglio di sbrigarsi ad attraversare il campo e poi senza la sua azione di condotta di un gruppo in su per la via non è detto che si poteva seguire quel sentiero.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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