Discussione: Esperienza singolare
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Vecchio 30-10-2010, 19.21.41   #7
Grey Owl
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Il punto di svolta è coinciso col militare. Un'anno lontano dalla famiglia ed un'anno in cui mio padre capì di avere un tumore maligno che lo stava divorando poco alla volta.

Ricordo ancora quel periodo in cui tutto cambiò, lontano dalla famiglia e lontano dalle finte certezze della vita in famiglia.

L'anno prima iniziai di nascosto a fumare sigarette rubate qua e là dai pacchetti di mia madre e da pacchetti di altre persone che conoscevo. L'emozione del peccato e del furto, l'emozione del peccato mi accendeva il sangue nelle vene. Il fiato si fermava e la gola bruciava come lava incandescente, il cuore a mille e la testa che girava. Che forte emozione inebriante il peccare di nascosto. Ed ogni azione successiva era portata oltre in modo che l'emozione fosse più forte, come il drogato di assuefà della dose precedente.

Tra i 16 anni ed i 18 anni ho sperimentato l'esaltante emozione dell'alcool. Bevevo per sballare, per annegare il mio dolore, quelle domande che erano diventate macigni. Prima sussurrate e poi urlate dentro di me. Non riuscivo più a contenerle ed intanto mi apprestavo a diplomarmi con il massimo dei voti. All'esterno un ragazzo tranquillo ma dentro di me il caos.

L'anno dopo il servizio di leva non me lo levò nessuno. Ricordo che non riuscivo a capire bene cosa volesse dire. Lo capìì quando il cancello di metallo pesante si chiuse dietro le nostre spalle e davanti a me la U di compagnia con i vetri alle finestre rotti nel mese di gennaio. Il giorno a marciare e la notte in compagnia di lamenti più o meno forti dei commilitoni.

A militare m'invaghì di un ragazzo della banda militare, ne rimasi sconvolto, era un'amore non detto. Taciuto a tutti ed anche a me stesso in parte, eppure mi attraeva parecchio. Non sono omosessuale ma ho avuto pulsioni ed ho sperimentato tutto nella mia vita. Le donne erano la brama della lussuria, l'oblio del peccato, la droga pure e l'alcool anche.

A militare persi molto di quella idealizzazione del mondo e delle donne. Diventarono semplicemente oggetto del mio desiderio. Nello stesso periodo mio padre decise di dire tutto quello che non aveva detto in tutti questi anni. Mia madre di conseguenza tirò fuori tutto il marcio ed il male che in tutti quegli anni non aveva detto. Montagne di nero e di marcio si riversarono a fiumi su di noi ed io morii in quell'istante, parte di me morì sotto quella montagna di marcio.

Mia madre amava quell'uomo buono che non le faceva mancare nulla, mio padre amava mia madre forse perchè era generosa con lui. Io amavo i miei genitori perchè mi davano tutto quello che mi serviva. Ma poi tutto questo s'incrinò e non capii più il significato della parola amore.

Forse non l'ho mai capito, eppure mio padre mi voleva bene. Nei suoi occhi potevo vedere l'amore che aveva per me. Anche mia madre a modo suo mi ama, un'amore da codificare in parte.

E' così difficile amare, è così difficile capire qualè il nostro posto nel mondo.


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