Discussione: Fratelli Coltelli
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Vecchio 25-02-2009, 14.32.54   #18
jezebelius
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Ci sono tante considerazioni da fare. Intanto ci sono delle dinamica in gioco che costringono ad insistere per avere riconosciuti i diritti che si ritengono negati. Questo non vuol dire che si fanno battaglie legali, ma che si cerca di mettersi in mostra, si cerca di farsi vedere sempre migliori, oppure al contrario ci si abbatte e si ferma ogni funzione di reazione ma è la stessa medaglia (il figlio svogliato e il figlio iperattivo). Ma tutto questo lavorio logorante serve solo a fare il gioco che è stato messo in scena anni prima da altri, non è il nostro. Infatti non cambia assolutamente nulla. Il cercare di parlare, di "far vedere" a volte (molto spesso, quasi sempre) nasconde la voglia di dimostrre che si è migliori del punto di paragone (il fratello/sorella), nasconde il cercare l'approvazione che corrisponde a stima che è uguale ad affetto, la ribellione, le arrabbiature vorrebbero arrivare a cambiare le mentalità. La falla in questa cosa sta nel fatto che non si sta facendo per se stessi ma per gli altri, per ciò che pensano gli altri di noi, per conquistare quel posto che riteniamo essere stato tolto.
L'unico atto di amore è solo verso noi stessi e spesso coincide con l'abbandono della famiglia. In questo abbandono ci si costringe a cavarsela da soli. Chiaramente se nel restare in famiglia si ha forza di non farsi soggiogare e risucchiare dalle dinamiche si può restare, ma è davvero un caso su 1.000.000.000.

Purtroppo quando si parla in famiglia di certe cose generalmente cascan tutti dalle nuvole, ma questo è normale, non è il loro vissuto, non possono riconoscerlo.
Nike, se può aiutare a capire meglio io una volta per testare la mia memoria e il mio vissuto feci una sorta di intervista a mio zio che viveva praticamente ogni giorno la realtà della mia famiglia e poi ho chiesto anche ad altre persone e da tutte ho avuto conferme del mio vissuto, a volte chiedere all'esterno aiuta a vedere meglio l'interno.
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Vorrei dire un'ultima cosa, secondo me è diverso tra fratelli e fratelli e sorelle. Credo che tra fratelli dello stesso sesso sia ancora più marcato e difficile.
C'è da considerare, secondo me, che in questo gioco al massacro Tizio cerca - e cercherà - di sopraffare l'altro più o meno in qualsiasi modo. Mi riferisco al rapporto tra fratelli dello stesso sesso ma non solo.
Il dubbio che mi assale, ad esempio in questo periodo, è quanto sia giusto continuare a stare in una famiglia che, volente o nolente, ha fatto " il suo" ed ovviamente non poteva fare altro.
Voglio dire nello specifico, indubbiamente arriva un momento in cui ci si rende conto che certe dinamiche continuano a ripetersi, entrando ed uscendo, ad esempio, dal centro delle attenzioni - perchè ci si mette da se o perché messi da altri, soprattutto per aspettative oppure, per altro verso, la sottile presenza di un non riconoscimento, come ha ben descritto Sole, per cui si attivano determinati comportamenti che sono indirizzati quanto meno a ristabilire un equilibrio - di cui si è perso il centro di bilanciamento o forse perchè ci si accorge che non c'è mai stato.
Ecco , mi chiedo fino a che punto è ancora lecito cercare, nel senso di ricerca ma pure nel senso di ristabilire un equilibrio, di rimettere le cose, nella pretesa di riuscirci, al proprio posto?

Per altro lato, cercando di darmi una risposta, sono del parere che questi meccanismi saranno sempre presenti all'interno del nucleo, fin quando non accade qualcosa per cui, di conseguenza, si assumono le dovute distanze. Sarebbe però una sorta di rivoluzione, a mio avviso costruttiva per quanto mi riguarda, assumere un modello di famiglia, non tanto come quelli del nord Europa che descriveva Nike ma perlomeno vicini alla consapevolezza che non si può proteggere i figli - con tutto ciò che ne consegue - vita natural durante.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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