Ho cercato un po' di capire l'etimologia della parola perdono e semplicemente vuol dire "dare in dono", concedere l'assoluzione, insomma non perseguire
vendetta. Facile a dirsi poi a farsi è più complicato!
Sono passati otto mesi da quando mi sono accorta del tradimento di mio marito e più passa il tempo e più mi rendo conto di non averlo perdonato, nonostante le belle parole, i proponimenti, i giuramenti e così via dicendo.
La cruda realtà è che non lo perdono, si è attutito il risentimento, il dolore è diminuito, la vita è tornata a livelli di sopportabilità eppure dentro di me c'è grande molto grande il disprezzo dell'azione, il rammarico di aver creduto a tante bugie.
Lasciarlo mi è difficile, non posso pensare di vivere lontano da lui, però non posso neanche pensare di rivangare sempre quanto è accaduto, umiliante per me e per lui e allora rivolgo a voi una domanda: come uscirne vivi?
Ho pensato di accantonare il perdono in quanto sarei ipocrita se dicessi di poterlo fare, e dunque di vivere questo nuovo rapporto con minor enfasi, minore entusiasmo, con i piedi per terra, prendendo di buono quanto viene e non accettando più niente che non mi vada bene...ma anche così le cose non vanno, sono convinta che potrei fare di meglio ma non so cosa?
Un aiutino...ce lo avete?