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Vecchio 27-03-2008, 17.40.07   #6
RedWitch
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Per quella che è la mia esperienza, dico che la vita di coppia è anche un compromesso.
Credo che pero' il compromesso debba essere da entrambe le parti altrimenti si arriva a situazioni come quella descritta da Stella. Quando si inizia a vivere insieme ad un'altra persona, cambia tutto, non è come essere fidanzati e vedersi di tanto in tanto, significa condividere la vita con l'altro, e per farlo, serve fare qualche rinuncia, senza pero' dimenticarsi di sè stessi.
Se voglio iscrivermi al WWf, e anche stare al pc, magari vedermi con le amiche, e andare in palestra, considerando il fatto che il giorno si lavora, e la possibilità per stare insieme al partner (almeno nella maggioranza dei casi) si riducono alla sera, se penso esclusivamente alle cose che mi piacciono, il mio compagno, non avrà tutti i torti a lamentarsi.. allora, quel che sto imparando a fare è scegliere la cosa che per me è più importante e tenermi uno spazio (ragionevole) per quello. Se per me è veramente importante, credo di dover lottare per questa cosa, se all'altro non garba, posso provare a fargli capire, se non altro, quanto per me sia importante, senza per questo fargli mancare la mia presenza e l'attenzione. Sembrano frasi fatte, ma se non ci si impone un minimo, le cose sono due, o si accontenta l'altro in toto, e ci si annulla (reprimendo e dopo sono guai) oppure si continua a fare le cose che ci piacciono e si devono pagare le conseguenze di questo, che possono anche essere perdere l'altro.

Citazione:
Originalmente inviato da Jezebelius
Posso anche, mi pare, prendermi un giorno a settimana per andare a giocare la partita di calcetto con gli amici e non mi posso iscrivere all'associazione, non togliendo tempo alla relazione anzi sostituendola alla partita di calcetto, solo perchè non " rientra " nel canone di stima e di praticità, canone su cui, poi, si basa " l'immagine", l'idea che ho del partner?
Si può " mediare " ad oltranza, restringendo la propria sfera di interessi?
Ho detto sopra.. secondo me si tratta di scegliere, di avere una priorità se è davvero importante portarla avanti, io non credo che questo dovrebbe essere un motivo per cui il partner dovrebbe perdere la fiducia o la stima.

Il mediare, va bene secondo me , se questo non è un rinunciare sempre e comunque a quello che è la mia vita. Come ha detto Cassi, ci sono tante cose sotto.. ma se si accontenta sempre l'altro rinunciando (e rosicando) non è un atto di altruismo verso l'altro. A me è capitato di stare con una persona, che non voleva che io uscissi con i miei amici quando lui era lontano e usciva coi suoi. Ho litigato per un po' di tempo in maniera violenta, poi non ho più avuto la forza per farlo e mi sono accorta che se lo accontentavo in tutto, lui mi lasciava tranquilla. Allora ho ceduto su tutti i fronti. Ma stavo male. Pur di non farmi rompere le scatole, di non andargli contro , gli dicevo sempre di si, non uscivo più di casa. Poi ne ho pagato (giustamente) le conseguenze. Non è vita quella... E non è giusto per nessuno. Nemmeno per l'altro.

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