Discussione: Tibet e Cina
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Vecchio 05-05-2008, 00.47.09   #10
Grey Owl
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Predefinito Fino ai giorni nostri...

Nel 1954 il Dalai Lama e il Panchen Lama, invitati a Pechino, rimasero affascinati da Mao e dagli altri leader comunisti e solo alla fine del loro soggiorno questi ultimi gettarono la maschera accusando il Buddismo di essere un "veleno". Tornati in patria i due giovani leader religiosi scoprirono che lontano da Lhasa, nelle provincie di Amdo e Kham, le milizie comuniste avevano già cominciato a svuotare i monasteri ed a perseguitare il clero buddista. La colonizzazione "pacifica" del Tibet si scontrava con una reale e sistematica distruzione del culto tibetano e dei monasteri, nella completa indifferenza mondiale. Repressione e arresti di massa scatenarono nel 1955 le prime fiammate di insurrezione armata, a cui partecipano i monaci buddisti.
A quel punto, gli Stati Uniti, che avevano già combattuto direttamente contro i cinesi in Corea, presero l'iniziativa, e la CIA venne incaricata di addestrare la resistenza tibetana. Aiuto interrotto un quindicennio nel 1971 dopo il disgelo con la cina al fine di trovare una via d'uscita alla guerra del Vietnam.
Nel 1956 i cinesi scatenarono una delle offensive più sanguinose, utilizzando 150.000 soldati e bombardamenti a tappeto.

Nel 1959 venne organizzata con il supporto della CIA una rivolta, che venne stroncata provocando decine di migliaia di morti, il 10 marzo 1959 il movimento di resistenza tibetano, ormai esteso a tutto il Paese, culminò con una sollevazione nazionale contro i cinesi, che la repressero con forza spietata. Migliaia di uomini, donne e bambini vennero massacrati nelle strade di Lhasa e in altri luoghi. Il 17 marzo 1959 il Dalai Lama abbandonò Lhasa per cercare asilo politico in India. Egli fu seguito da oltre 80.000 profughi tibetani. Mai, prima nella loro lunga storia, tanti tibetani erano stati costretti a lasciare lo loro patria in circostanze così difficili. Oggi ci sono circa 130.000 profughi tibetani dispersi in tutto il mondo. La sollevazione si stima abbia comportato una strage di almeno 65.000 persone (cifre più attendibili indicano in 80.000 vittime e 300.000 profughi). Per il Tibet iniziò un periodo tragico e buio, privato com'era del suo capo di stato e guida spirituale Tenzin Gyatso (il XIV Dalai Lama).

Nel 1965, venne creata la regione autonoma del Tibet, in pratica l'intero paese venne annesso alla cina.

Il biennio 1966-1968 fu tragico per il Tibet. Durante la grande rivoluzione culturale, i rivoluzionari cinesi organizzarono campagne di vandalismo contro monasteri e siti simbolo della cultura tibetana, uccidendo oltre un milione di tibetani inermi. Dal 1950 venne distrutta la quasi totalità dei monasteri, oltre 6.000, di cui molti secolari. Circa 1.200.000 tibetani vennero uccisi. Si tratta comunque di stime in quanto non furono diffusi rapporti ufficiali e i tibetani non erano in grado di verificare con esattezza il numero. Anche gli arrestati furono molte migliaia. Anche oggi si contano tibetani, soprattutto monaci e monache, nelle carceri cinesi per reati politici legati alla richiesta di indipendenza.

Nel frattempo, dal 1976 in poi s'insediarono in Tibet 7 milioni di cinesi a fronte di un numero d'indigeni tibetani minore (6 milioni).
Il Governo tibetano in esilio denuncia la volontà del governo cinese di cancellare definitivamente la cultura del Tibet, con la repressione e con una propaganda martellante sui mass media e per le strade. Inoltre le scuole non possono insegnare il tibetano agli alunni oltre una certa età, mentre la lingua ufficiale rimane il cinese.
Il trasferimento forzato si è incrementato dopo il fallimento dei colloqui segreti tra il governo cinese ed il Dalai Lama nel 1987, quando il Dalai Lama propose agli Stati Uniti un accordo di mediazione con la cina che salvaguardasse l'identità culturale del suo Paese (21 Settembre). Alle manifestazioni in Tibet la cina rispose con un'ennesima repressione che fece due morti. Pechino si è rifiutata di riconoscere il Dalai Lama soprattutto dopo il conferimento a quest'ultimo del premio Nobel per la pace nel 1989.
(tratto da fonte Wikipedia)

Sino ad arrivare ad oggi con le manifestazioni contro la cina ed il boicottaggio dei giochi olimpici. Pare ma non è certo che all'inizio dei giochi olimpici (a Pechino il 08-08-08 alle ore 08:08 perche' il numero' 8 e' segno di buon auspicio nella cultura tradizionale cinese) non sarà presente Nicolas Sarkozy (Il presidente francese) mentre Gordon Brown ha già confermato la sua presenza.

Il post è lungo ma interessante per comprendere la situazione del Tibet. Col boicottaggio delle olimpiadi i cinesi avranno un motivo in più (come se ce ne fosse bisogno) per reprimere ed annientare la cultura tibetana.
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